Diossina nei campi, a Carpiano il Comune pronto al pressing

In attesa della conferenza di servizi decisiva su Calnago e i suoi terreni: se la Regione non la convocherà prima della pausa di agosto, il Comune è pronto a fare pressing per chiudere la vicenda in tempi rapidi. Nel frattempo i due ettari sotto i riflettori, con tracce di metalli pesanti industriali, non sono coltivati: in mezzo al mare di mais lungo il cavo Lisone la zona è stata «stralciata» e messa a riposo.

A quest’ultima parteciperanno oltre alla direzione ambiente del Pirellone, l’Arpa, l’Ast di Melegnano e Lodi settore igiene ambientale, la proprietà privata azienda agricola Calnago, rappresentanti della città metropolitana di Milano, della provincia di Pavia, dei Comuni di Carpiano e Landriano che confinano proprio sul Lisone, nella zona dei terreni. Ma la data della tavola rotonda, dalla quale potrebbe uscire l’indicazione della strada da seguire per mettere il punto a capo, non c’è. I prati al confine fra Pavese e Milanese sono ancora in lista d’attesa fra i circa 900 «Sir» lombardi, siti dichiarati di interesse regionale perchè interessano più di un comune, e a volte più di una provincia.

Una lista interminabile, che però non giustifica il protrarsi dell’anticamera oltre un certo limite. «Se entro luglio non si sa qualcosa di più certo, chiaramente solleciteremo l’incontro», annota il sindaco Paolo Branca.

Su Calnago restano due punti interrogativi su tutti: quale è l’origine delle sostanze chimiche in limiti fuori norma, e come bonificare il sito. Le maggiori probabilità per spiegare la concentrazione anomala di metalli pesanti e pcb (policlorobifenili) in una zona di aperta campagna puntano ad uno sversamento avvenuto a Milano, anche decenni fa, e arrivato a 20 chilometri di distanza per via idrica. La bonifica è un punto interrogativo più urgente, visto il futuro certamente preoccupa più del passato. Ultimamente sono salite le quotazioni del «fitorimedio», cioè piantumazione di specie vegetali, di solito pioppi - talvolta a breve ciclo di taglio - indicate per siti ad inquinamento moderato, non strategici e non vicini a nuclei urbani di rilevante importanza. Alle spalle ci sono quasi dieci anni di analisi sui terreni, iniziando dalla prima campagna finanziata dall’Unione Europea nel 2007.

L’anno scorso l’Azienda sanitaria di Melegnano ha effettuato controlli sul mais coltivato in zona e sulle carni delle bovine da latte dell’azienda Calnago, escludendo che in quel momento i metalli pesanti fossero passati alla filiera alimentare.

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