Cura dimagrante al Banco Bpm, sullo sfondo l’intesa con Bper

Il gruppo procede verso il taglio di 300 filiali con 1500 esuberi

Banco Bpm va spedita verso la cura dimagrante annunciata ai sindacati a inizio dicembre con la chiusura di 300 filiali e la fuoriuscita di 1500 dipendenti. Secondo indiscrezioni della stampa specializzata la banca punta a chiudere la procedura tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, con l’addio alle filiali che arriverebbe entro il primo trimestre 2021, mentre le uscite degli esuberi sono già fissate in quattro finestre al 30 giugno e al 31 dicembre del 2021 e del 2022. La fretta di chiudere l’operazione sarebbe legata alla volontà di procedere poi velocemente verso una nuova attività di fusione e acquisizione, e Bper Banca sembra oggi essere in pole position per un’aggregazione che creerebbe il secondo polo bancario italiano.

La questione tocca da vicino il Lodigiano. Tra le 300 agenzie che abbasseranno la serranda ci sono quelle di Pieve Fissiraga, Caselle Lurani, Marudo e Graffignana. Nelle aree limitrofe al Lodigiano saranno chiuse le filiali di Vizzolo Predabissi e Locate Triulzi nel Milanese, di Chignolo Po nel Pavese, di Casaletto Ceredano e Vaiano Cremasco nel Cremonese.

Sul fronte invece dei 2mila 800 potenziali aderenti al fondo esuberi (su base volontaria tra chi ha i requisiti per agganciare la pensione nei prossimi 5 anni), vi sono 76 dirigenti e 1410 quadri direttivi delle sedi di Milano, Lodi, Novara, Verona e Roma. Nel Lodigiano sono almeno 30 i potenziali aderenti, con una cinquantina circa di dipendenti che avrebbero i requisiti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA