COVID Sono più di 8mila i fragili nel Lodigiano, per loro subito la terza dose

Via libera dell’Aifa, non viene inclusa la popolazione generale in attesa che Ema valuti i dati delle aziende

Via libera dell’Aifa alla terza dose del vaccino anti Covid. Priorità sarà data, in una prima fase, ai soggetti immunodepressi, poi ai trapiantati, ai grandi anziani, agli ospiti delle Rsa, ai sanitari a maggiore rischio (ad esempio se in attività nei reparti Covid), oltre 8mila, nel Lodigiano. Sono queste e categorie per le quali la Commissione tecnico scientifica (Cts) dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha dato il via libera alla terza dose di vaccinazione anti-Covid. Per i richiami verranno utilizzati i vaccini a mRna, ovvero i vaccini Pfizer e Moderna. Nella terza dose, però, dice Aifa, «non viene inclusa la popolazione generale in attesa che Ema valuti i dati forniti dalle aziende produttrici dei suddetti vaccini». La terza dose dovrebbe essere somministrata, «almeno dopo 28 giorni» dalla seconda dose per quanto riguarda i soggetti immunodepressi ed i trapiantati. Il richiamo andrebbe invece effettuato «almeno dopo sei mesi» per le altre categorie indicate. «Per quanto mi riguarda - commenta il professor Massimo Galli, primario di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano - ho una opposizione ideologica alla terza dose, può essere importante per chi non ha risposto bene alla prima e alla seconda, ma che non è detto risponda bene alla terza. Che ci sia attenzione a questi soggetti però mi sta bene; per quanto concerne la terza dose come utilizzo generalizzato, invece, bisogna vedere come e quando serve, se offre un vantaggio. Per i fragili mi sta bene perché si riprende in considerazione la necessità di andare a capire chi risponde e chi no. Questa cosa può offrire degli elementi di novità. In sintesi, sulla terza dose a tutti come una specie di tranquillizzazione generale, ho qualche dubbio rispetto all’utilità; l’uso selettivo ok, che in futuro si vada verso la terza dose è ovvio, anche se mi auguro che ci sia un vaccino diverso che sia in grado di evitare l’infezione con la variante Delta; al momento non ce l’abbiamo, ma lo aspettiamo». Il professor Galli, da tempo insiste sulla necessità di effettuare una valutazione sierologica prima della vaccinazione.

«Adesso - dice - sono talmente tanti i medici che chiedono questa cosa che dovrà essere messa all’ordine del giorno». «Partiremo dai più fragili che dopo due dosi non hanno protezione necessaria - ha detto il ministro della salute Roberto Speranza -. Ci sarà poi una circolare del ministero in merito. Dopo la prima fascia partiremo dai primi che sono stati vaccinati: mettere in sicurezza le Rsa, gli over-80 e il personale sanitario è una priorità. Riconfermo che sulla disponibilità di dosi non abbiamo difficoltà. Possiamo garantire la terza dose».

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