COVID «La chiusura di strade, piazze e parchi sia una soluzione estrema»

Ieri il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, il prefetto Cardona: «Prima ci sono altri strumenti, come i controlli e le sanzioni»

Le istituzioni al servizio della sanità, sempre in stretto coordinamento «per far capire ai cittadini che la Provincia di Lodi è organizzata e preparata nell’affrontare questo momento sicuramente difficile». Ieri si è tenuto un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato dalla Prefettura di Lodi, con tutti i sindaci del territorio, i vertici di Asst, Ats e Ordine dei Medici, dell’Ufficio scolastico provinciale, i rappresentanti delle società di trasporto, oltre a tutte le forze dell’ordine. Toccati tutti i temi di interesse strategico generale in questa fase dell’epidemia.

Coordinamento nelle decisioni

«La chiusura di strade, piazze, parchi deve passare da riscontri oggettivi e avvenire sempre dopo un proficuo dialogo tra amministrazioni comunali e Prefettura». Così più o meno il prefetto Marcello Cardona si è rivolto agli amministratori locali in merito a uno dei temi più sensibili dei diversi provvedimenti di Governo e Regione. Al momento non vi sono criticità, e le norme introdotte dai successivi provvedimenti (il coprifuoco di Regione Lombardia alle 23 e la chiusura di bar, pub e ristoranti alle 18 del Dpcm) di fatto rendono poco probabile il rischio di assembramenti o altre situazioni di possibile diffusione del contagio. L’attenzione rimane alta, come anche sulle attività produttive, ma non ci sono in vista decisioni drastiche, e anzi l’invito del prefetto è stato quello di mantenere sempre prudenza e di intervenire solo dopo «riscontri oggettivi». Prima della chiusura ci sono altri possibili strumenti, dai controlli alle sanzioni. Al momento l’unico Comune che ha adottato un provvedimento di chiusura, la settimana scorsa, è Tavazzano con Villavesco, dove il sindaco aveva chiuso una strada ciclo-pedonale abituale luogo di ritrovo di ragazzini.

Scuola e trasporti

Il provveditore Yuri Coppi ha dato alla riunione il quadro di come si stanno muovendo le scuole del territorio e l’ufficio scolastico provinciale, «all’inseguimento» delle diverse norme. Prima l’avvio delle lezioni dalle 9 del mattino fissata dal Governo, poi la didattica a distanza al 100 per cento di Regione Lombardia, quindi la didattica a distanza al 75 per cento. Martedì sera Regione Lombardia ha emesso una nuova ordinanza per allinearsi al Governo, e non indica più una percentuale obbligatoria di Dad (dunque è effettiva la norma del Dpcm). Dalla settimana prossima alcune scuole riprenderanno i laboratori, e in questi giorni saranno decise le modalità di proseguimento delle lezioni, se interamente in Dad (esclusi i laboratori appunto) oppure con un minimo rientro (un giorno la settimana). Sul fronte dei trasporti, scattata la Didattica a distanza, gli autobus «si sono svuotati» e dunque non vi sono più problemi. Rimane il tema delle perdite economiche che le società di trasporto dovranno fronteggiare.

La situazione sanitaria

Il contagio, pur in forte aumento, per il momento è ancora sotto controllo nel Lodigiano secondo i dati prodotti da Asst, Ats e medici di base. La criticità oggi riguarda i tamponi «perché l’accesso libero a studenti e personale scolastico ha reso difficile programmare le analisi». Da qui l’invito alle famiglie a rivolgersi sempre al “filtro” dei medici di base e dei pediatri per evitare di intasare i laboratori di tamponi non necessari. Mentre ancora a inizio ottobre l’esito di un tampone arrivava entro 48 ore circa, oggi si deve attendere anche quattro o cinque giorni. L’aumento dei contagi, infatti, è molto evidente: nella settimana dal 7 al 14 ottobre i positivi erano 80, dal 14 al 20 erano 359, dal 21 al 27 ben 511. La centrale Covid di Sant’Angelo ha oggi in carico 400 pazienti Covid positivi al domicilio, divisi in tre fasce, pazienti rossi che vengono monitorati costantemente con tutti gli strumenti diagnostici disponibili, quelli gialli e bianchi meno gravi che vengono tenuti sotto controllo a cadenze fisse, una volta al giorno o ogni due o tre giorni in funzione delle loro condizioni. L’invito del prefetto a tutti i partecipanti è stato quello di mettersi al servizio della sanità per fare in modo che l’ottima risposta messa in campo finora prosegua.

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