«Così hanno provato a fregarmi
dicendo che raddoppia la bolletta»

La testimonianza di un lettore poche settimane prima degli arresti

«Buongiorno, lei è il signor….? Chiamiamo per la Telecom, da lunedì la sua bolletta aumenterà a 60 euro mensili». È il tono di una telefonata a sorpresa ricevuta il 5 giugno scorso fa da un nostro lettore di Casalmaiocco, che possiede una linea fissa con Internet, costo attuale poco meno di 30 euro al mese. Non certo un regalo, ma è quanto offre il (libero) mercato in Italia. Ovviamente una telefonata che annuncia, con tre giorni di anticipo, un aumento del 100 per cento non può che mettere in allarme. E ora che, passate tre settimane, non c’è stata alcuna variazione sulla linea telefonica, il lettore, convinto di aver rischiato di cadere in un raggiro, ha deciso di raccontare quanto gli è capitato. «Noi la stiamo contattando per la numerazione fissa 02/9826XXXX, per informarla che a seguito di alcune variazioni contrattuali da parte dell’azienda...» «Scusi, quale azienda?», Interrompe l’ignaro utente telefonico. «Tim, signore. Dall’8 giugno a seguito di alcune variazioni contrattuali ci sarà purtroppo un aumento in fattura di 15 euro e 90, in quanto l’azienda per ragioni interne sta rettificando purtroppo tutti i contratti telefonici...quindi qualora volesse continuare a usufruire dei nostri servizi si resta purtroppo ad addebito pieno, a 60 euro mensili».

«Scusi, ma che tipo di tariffa abbiamo adesso noi signora?» «Un attimo..ha una Tim Smart Adsl». «Ho capito. Senta ma lei mi sta chiamando dall’edificio della Tim?». «Sì certo, ci mancherebbe, la contatto dal reparto amministrativo di Milano, è la sede principale». «Ma senta, lei mi avvisa…da quando c’è l’aumento?» «Da lunedì, signore». «Eh ma adesso siamo a venerdì, mancano tre giorni». «Allora, ci sono soltanto tre giorni di tempo rispetto alla comunicazione perché sono purtroppo queste le tempistiche stabilite dall’azienda». «Ma se a me non va bene questo aumento?» «Allora qualora lei non fosse d’accordo a pagare prezzo pieno è purtroppo costretto a recedere dal contratto, perché trattandosi di un aumento unilaterale, i clienti non possono fare altro che pagare il prezzo pieno a meno che non decidano di avvalersi del diritto di recesso mediante il quale devono effettuare una migrazione ad altro gestore senza pagare nulla». «Quindi, qualora recedessi cosa succede, che io e lei ci salutiamo?» «La disdetta naturalmente non la deve fare con me, non la deve fare con noi del 187 ma la deve fare direttamente con il nuovo gestore, in quanto se la fa con noi le sarà attribuito un costo di disattivazione telefonica di 198 euro in fattura, qualora invece la facesse direttamente con il gestore entrante è tutto a carico del nuovo gestore». «Sì, ma capisce che in tre giorni uno non fa neanche a tempo a cambiare, giusto?» «Signore io lo capisco benissimo il suo disagio, è una delle lamentele più frequenti che ci hanno fatto ultimamente i clienti, però purtroppo le condizioni dell’azienda imposte sono queste qui. Successivamente sarà contattata anche dal servizio qualità di 187 i cui colleghi non solo valuteranno il mio operato ma insieme, se lei vuole, vedrete se c’è la possibilità di attivazione di una nuova offerta sempre con noi di Tim. Proveranno a contattarla sicuramente se ci sarà la disponibilità di questa offerta. Questo aumento, guardi, è ai sensi dell’articolo 70 comma 4 delle “comunicazioni elettroniche”: possiamo farlo. Buonasera».

Insospettito, il nostro lettore è andato a verificare il Codice delle comunicazioni elettroniche e in realtà l’articolo citato dall’anonima telefonista dice altro. «Io lavoro nel campo tecnico e conosco i miei diritti. Ma chissà quanti anziani, di fronte a una telefonata così, sarebbero finiti per cambiare gestore senza necessità», conclude il lettore.n

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