Coronavirus, a marzo il picco di mortalità

Da gennaio a maggio su 1941 decessi totali registrati in provincia di Lodi il 36,68 per cento sono stati attribuiti al covid-19

Il picco di mortalità da covid 19 nella provincia di Lodi è stato a marzo, ma gli effetti lunghi dell’epidemia sono rimasti fino a tutto maggio, quando i valori della mortalità, così come registrati dall’Istat nei suoi rapporti periodici, ancora si presentavano più alti rispetto alla media dei cinque anni precedenti. E secondo uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità condotta su un campione di oltre 4.500 schede di decessi, il covid è stato causa diretta del decesso in 9 casi su 10, nonostante la concomitanza con altre patologie.

La provincia di Lodi mantiene il triste primato di territorio con il tasso di mortalità più alto standardizzato a 100mila, 300, superiore persino a Bergamo (278,1 ogni 100mila abitanti) e Piacenza e Cremona (entrambe 261,1 ogni 100mila abitanti). Da gennaio a maggio su 1941 decessi totali registrati in provincia di Lodi, 712 sono dovuti a Covid, il 36,68 per cento. A marzo i comuni lodigiani più colpiti mostravano tassi di incremento di mortalità anche di 300, 500, 800 per cento rispetto alla media dei cinque anni precedenti. Ad aprile e maggio, quel livello è sceso di molto, ma la mortalità complessiva rimane più alta della media storica, spesso del +100 per cento, come a Casale (22 decessi contro una media di 10,4) o quasi del +50 per cento come Codogno (+47,7 per cento, 26 morti contro i 17,6 della media dei cinque anni prima). Castiglione, luogo simbolo del contagio alla pari di Codogno, a maggio ha registrato solo 5 decessi contro una media dei cinque anni prima di 4,4. Formalmente un aumento del +23,1 per cento, ma di fatto quasi la normalità. Altri comuni hanno ancora tassi di incremento da brivido, ma con numeri assoluti molto bassi, e dunque suscettibili di variazioni molto elevate: è il caso di Merlino, che da una media di 0,6 ha registrato 3 decessi (+400 per cento) o di Pieve Fissiraga che da 0,2 decessi di media è passato a 2 decessi (+900 per cento). A Sant’Angelo rispetto agli 11,6 di media, se ne sono registrati 14, +20,7 per cento, nel capoluogo, Lodi città, mentre la media dei 5 anni precedenti indica 37,2 morti ogni anno, nel 2020 ne ha avuti 44, +30,5 per cento.

Una mortalità che continua dunque a rimanere su valori anomali, anche se leggermente, in parte per la coda del contagio, in parte forse anche per la minore qualità di cura ricevuta da marzo a maggio dai pazienti cronici e acuti di altre patologie tradizionali, per le quali l’attenzione in quei tragici mesi è sicuramente venuta meno.

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