Conto alla rovescia per il maxi tunnel

Tra il 15 e il 25 del mese

apparirà per la prima volta la “galleria” di Cologno che sarà lunga

quasi 500 metri

In una data fra il 15 e il 25 luglio la Tem, la nuova tangenziale di Milano, sfonderà gli ultimi metri di roccia sotto il tunnel di Casalmaiocco e la galleria più lunga di tutta l’autostrada sarà conclusa. Certamente non transitabile, come tutta la tangenziale inferiore all’arco Teem, cioè a sud di Comazzo: ma sicuramente «visibile».

Quasi cinquecento metri da nord-est a sud-ovest, dalla provinciale 138 Pandina alla 159 Sordio-Bettola, sovrastati da un coperchio che ora appare né più né meno che un mare di cemento bollente, ma in futuro pare debba diventare prato.

Osservando con attenzione il gigantesco cantiere Teem nell’area della Madonnina e di Cologno, si comincia a scorgere il profilo della galleria interrata. All’uscita nord, verso la Pandina, nelle ultime settimane sono spuntati nuovi ciclopici manufatti che sono, probabilmente, i piloni di sovrappasso della Pandina per l’autostrada che riemerge dalla galleria. Come in tutte le aree di lavoro della tangenziale nel lotto «C», quello da Paullo in giù (attualmente meno avanzato rispetto ai lotti A e B, nda), anche a Cologno è difficile capire cosa si sta facendo e quale sarà la fisionomia di questo angolino in cui passa anche il confine di provincia. Alcuni interventi però sono definitivi e tali resteranno a tangenziale conclusa. La rotonda fra la 159 e la strada per Cologno rimarrà, in una versione rifinita e migliorata rispetto a quella che si scorge ora, ma con la stessa fisionomia.

Il rondò servirà a smistare il traffico anche sulla nuova bretella di aggiramento a sud della Madonnina. La galleria non corrisponde all’intera lunghezza fra la provinciale 159 e la 138. L’imbocco sud-ovest è previsto prima della rotatoria di Cologno; l’uscita non in adiacenza alla Pandina ma in un’area più interna, corrispondente all’attuale cantiere.

Sulla «spettacolarità» dell’abbattimento dell’ultimo diaframma di ghiaia e roccia non c’è da attendersi troppo. Sicuramente verso la fine di luglio cambierà qualcosa nella fisionomia della Tem in questo tronco; ma l’operazione potrebbe risultare assai meno «pubblica», visibile dall’esterno rispetto alla posa dei viadotti sopra l’A1 a Cerro al Lambro. Insomma, ci si potrebbe svegliare una mattina con la galleria completata senza accorgersi troppo.

Per quanto riguarda il sopra-galleria, per quanto sia difficile crederlo tutta la colata lavica di cemento che oggi sta fra il rondò di Cologno e il rettifilo della Pandina è destinata ad essere sostituita da erba e vegetazione. Atteso che è folle immaginare di costruire sopra una galleria, il Progetto Ambientale Speciale 4 Teem, definito «cavo Marocco», mostra in modo inequivocabile l’erba e le piante (con le piste ciclabili) che tornano anche attorno al tunnel, sui due lati. Ambientalisti ed enti locali non mancheranno di seguire con estrema attenzione questa promessa.

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