Con la caduta di Renzi più vicino l’appuntamento di Lodi con il voto?

Di corsa verso le urne. I lodigiani potrebbero essere chiamati a votare il proprio sindaco a febbraio 2017, nel caso in cui la tornata amministrativa fosse abbinata a quella politica. Lo scenario è incerto, centrodestra e centrosinistra si dicono pronti comunque alla sfida ma fino a questo momento non c’è l’ombra di un candidato. Entrambi gli schieramenti sono alla ricerca di un nome e quelli trovati finora hanno gentilmente rifiutato.

«Per far sì che si voti prima - spiega Andrea Ferrari, segretario cittadino Pd - servirebbe una legge specifica del Parlamento, poiché la legge individua già il periodo di voto, che per noi corrisponde alla primavera. La nostra coalizione, insieme alle liste civiche, sta lavorando per portare avanti la proposta più convincente possibile. Per questo, attraverso un gruppo di lavoro, sta per partire una campagna di ascolto di 40 soggetti selezioni tra iscritti e non iscritti al Pd, per costruire un ragionamento». L’obiettivo è trovare un candidato condiviso, le primarie non sono quindi un passaggio “obbligatorio”: «Non mi sento di escludere nulla - commenta Ferrari -, mi piacerebbe però arrivare prima a un’intesa».

La Lega nord sostiene che trovare un candidato di bandiera non sia affatto un problema, tuttavia la cosa più importante è restare compatti. «Il candidato deve essere valutato con la coalizione - dice Alberto Segalini, segretario cittadino della Lega nord -, non ne imporremo uno, ma metteremo semmai il veto sul programma, che per noi deve avere tre punti fondamentali: immigrazione, sicurezza e decoro della città. L’accelerazione delle elezioni, se dovesse verificarsi, non sarà un problema». Oscar Fondi, segretario provinciale azzurro, è sicuro: «Forza Italia è pronta». La sua intenzione è quella di chiedere un confronto con i lumbard, per trovare un’ipotesi condivisa. Il centrodestra sa che per vincere non può permettersi divisioni.

Il Movimento 5 Stelle spera che a livello nazionale si aprano le urne quanto prima, ma dubita fortemente che le elezioni siano anticipate rispetto alla “finestra” di aprile-giugno. «Per quanto riguarda Lodi - sostengono gli attivisti -, è da parecchio tempo che stiamo lavorando su idee e programma e, unici tra le forze politiche, non abbiamo mai abbandonato l’attività sul territorio, come dimostrano la battaglia per la Ferrabini o la bonifica dell’ex Consorzio che siamo riusciti a imporre. Oltre al programma, siamo già al lavoro per cercare alcuni nomi della squadra di governo. Siamo un movimento di cittadini che non vuole correre con un solo uomo al comando circondato da “yesmen”, motivo per cui il candidato sindaco per noi non è il tassello principale. Mentre gli altri litigano per imporre il loro candidato, noi possiamo continuare ad ascoltare la gente».

Secondo le indiscrezioni che circolano in queste ore, nel caso in cui Matteo Renzi rassegnasse le dimissioni da segretario nazionale del Pd e il partito fosse commissariato in attesa del congresso, uno dei nomi in “pole position” per gestire la delicata fase è quello del suo vice, il lodigiano Lorenzo Guerini.

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