Codogno, il paziente 1 era stato indagato per epidemia colposa

L’inchiesta è stata finalmente archiviata: «Non ha violato nessuna norma»

Indagato, interrogato e poi, dopo un anno e mezzo, archiviato dal gip di Lodi perché il fatto non sussiste. Il cosiddetto “paziente 1” del Covid-19 in Italia, Mattia Maestri, di Codogno, era stato messo sotto indagine per la grave ipotesi di epidemia colposa per il sospetto che non avesse riferito ai sanitari tutti i suoi contatti, in particolare con persone potenzialmente provenienti dalla Cina, nelle settimane precedenti la diagnosi. Il 20 febbraio 2020 la sua positività fu la prima a indicare una catena di contagio all’interno del territorio italiano. In quelle tragiche giornate si pensava di poter ancora arginare il virus e si sperava che fosse possibile, partendo dal paziente 1, arrivare al paziente zero e isolare e sorvegliare tutti i rispettivi contatti. Solo mesi dopo era invece emerso che il virus Sars-Cov 2 era arrivato in Italia già da ottobre 2019 e anche in altri territori. Maestri, la cui archiviazione è stata poi richiesta dalla stessa Procura, non avrebbe violato alcuna norma in vigore in quei giorni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA