Codogno, i numeri dei primi mesi di Covid in uno studio americano del Mit

Si cerca la formula per prevedere i contagi e dare indicazioni ai governanti

Gli epidemiologi negli ultimi due secoli hanno elaborato innumerevoli teorie per contenere i contagi, ma il Covid-19, esploso nell’epoca della rete informatica globale, è un campo di studio che potrebbe consentire grossi passi avanti nella scienza dei numeri applicati alle malattie pandemiche non ancora suscettibili di un efficace contrasto farmacologico. L’ultimo esempio su scala globale è stata l’influenza Spagnola di poco più di cento anni fa, dove le misure che si applicavano erano le medesime che vediamo oggi: le mascherine sul viso e le restrizioni della circolazione delle persone, per ridurre i contatti e quindi i contagi, oltre a pratiche più intense di igienizzazione, per eliminare dove possibile, cioè sulle superfici (e ora con una tecnologia accessibile come le lampade Uv-C anche nell’aria) il virus, dato che all’interno degli organismi, allora come oggi, le armi sono poche e in spesso spuntate. Ricercatori del dipartimento di matematica dell’Università del Sussex, Daniela Rus del laboratorio di scienze informatiche e dell’intelligenza artificiale del Massachussetts Institute of Technology, e ricercatori dell’Università di Delft e dell’Istituto di robotica di Oberpfatfenhofen sono arrivati a un’ipotesi di formula, che appare molto complessa ai profani della matematica, che, applicata ai numeri dei primi mesi di contagi a Codogno, dimostra come le variazioni nelle politiche di restrizione dei contatti della popolazione possano avere come esito risultati certi, con previsioni affidabili fino a 240 giorni.

Il tema di fondo, che ai ricercatori non sfugge, è la necessità della politica di non sottrarre alla popolazione quelle libertà che oltre a essere un diritto umano fondamentale determinano anche il funzionamento economico della società, assieme però al dovere di non consentire all’epidemia di mandare in saturazione il sistema sanitario, andando a provocare una strage di massa.

La strategia alla base della formula è quella di continuare a monitorare l’evoluzione del rapporto tra infetti, contagiabili e guariti, per calibrare le restrizioni. Il “tira e molla” di lockdown che in Italia abbiamo vissuto finora ha quindi solidi fondamenti scientifici.

Nella figura, gli effetti delle restrizioni dei contatti tra la popolazione sull’evoluzione della curva dei contagi, secondo i ricercatori neppure il “lockdown totale” prolungato può sconfiggere alla lunga una pandemia (curva gialla), mentre strategie continue di abbattimento della curva, permettendo il crescere di una certa immunità, alla lunga darebbe i risultati sperati. In attesa del farmaco e dei vaccini.

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