Codogno, anche sette lodigiani indagati per il caso dei “vaccini per finta” a Piacenza GUARDA IL VIDEO

Arrestata un’infermiera piacentina: «250 euro per la puntura senza vaccino, 500 per un falso tampone positivo»

Anche sette persone residenti tra Codogno e il Basso Lodigiano sono state denunciate dai carabinieri di Piacenza per l’ipotesi di corruzione perché si sarebbero intenzionalmente fatte iniettare soluzione fisiologica, praticamente acqua e sale, al posto dei vaccini per la profilassi contro il Covid-19. L’indagine ha portato agli arresti una infermiera 50enne di Piacenza che risulta operasse come volontaria nel polo vaccinale piacentino dell’ex Arsenale, e un presunto complice che si ritiene le procurasse i “clienti”. La sanitaria, accusata a sua volta di corruzione ma anche di falso in atto pubblico, secondo gli inquirenti coordinati dalla Procura piacentina si sarebbe fatta pagare 250 euro per ogni falsa dose somministrata e avrebbe trovato il modo di indirizzare verso la sua postazione i cittadini con i quali aveva preso accordi. La donna era inoltre anche incaricata di eseguire i tamponi in una farmacia e qui secondo gli investigatori si dedicava a persone che pagavano 500 euro per avere un falso tampone positivo, allo scopo di ottenere quindi il green pass per “avvenuta guarigione con data certa”. Finora sono stati individuati almeno 18 falsi vaccinati e falsi positivi nell’arco di un mese ma l’indagine prosegue. Uno dei “clienti” era poi finito grave in ospedale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA