Cinghiali, ora arrivano i bracconieri

Bracconieri a caccia di cinghiali nella Bassa. Marito e moglie stavano facendo una passeggiata lungo l’argine del Po tra Somaglia e Senna Lodigiana quando domenica sera hanno avvertito dei forti spari in lontananza. Il rumore «sembrava quello di piccoli cannoni - ha raccontato la testimone - e si capiva che non erano i colpi di un fucile normale».

È successo domenica intorno alle 18, quando il sole era già calato e proibito sparare. Tanto più che nel Lodigiano la caccia al cinghiale è severamente vietata. Fatto sta che il rimbombo era talmente forte da lasciare pochi dubbi sulla provenienza degli spari: qualche cacciatore di frode stava inseguendo dei cinghiali. A rendere l’ipotesi plausibile vi è poi l’avvistamento di un gruppo di tredici esemplari nella stessa zona. A vederli è stato il marito di Elena Pomati, vicesindaco di Senna: «Era con mio suocero e stavano facendo dei lavori in campagna verso Bellaguarda - spiega -. A un certo punto si sono accorti del branco di cinghiali dall’altra parte dell’argine e mio marito li ha contati. Erano tredici». Tra loro anche un esemplare che a occhio e croce doveva essere non meno di 2 quintali: un gigante. «Forse erano due branchi - osserva il vicesindaco che di professione è veterinario -. Gli altri del gruppo erano più piccoli, probabilmente femmine». La diffusione degli ungulati nell’area vicina al fiume sta mettendo in allerta gli agricoltori, che stanno già facendo i conti con i primi segni lasciati dall’animale: grosse buche e tracce del loro grufolare nei terreni e vicino alle querce dove cercano ghiande e radici, oltre alle orme tutt’attorno.

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