Ciclabili, un record con qualche ombra

Regina delle piste ciclabili ma con un “regno” ancora da migliorare. Lodi sfoggia più di 78 chilometri di tragitti destinati a sellini e due ruote, in alcuni casi, però, i ciclisti chiedono più sicurezza. Proprio per questo motivo abbiamo fatto un sopralluogo in diversi punti della città per verificare le condizioni di alcuni tra i percorsi più utilizzati.

Il bollino nero è riservato ancora una volta a viale Milano: il ciclista che pedala dal tribunale verso il cimitero deve stare attento alle auto parcheggiate sulla destra e pure a quelle posteggiate direttamente sulla pista. I veicoli che si occupano di caricare e scaricare merci nei diversi capannoni disseminati lungo la strada spesso costringono i ciclisti ad abbandonare la pista per ritrovarsi poi in mezzo alla carreggiata. Nella maggior parte del percorso non ci sono archetti a separare i ciclisti dai mezzi in transito, ma su viale Milano camion e macchine sfrecciano a fianco dei ciclisti superando il limite di velocità. Nel senso di marcia opposto, dal cimitero Maggiore al tribunale, sono tanti i lodigiani che preferiscono restare al riparo sul marciapiede - nel tratto tra l’incrocio con via Cadamosto e la rotonda del palazzo di giustizia - per evitare guai.

Se viale Milano si guadagna un bollino nero, via Lodivecchio non è da meno, anche se in questo caso il Comune sta per provvedere alla sistemazione. Nel quartiere Fanfani gli incidenti si ripetono troppo spesso, soprattutto all’incrocio con via Benedetto Croce: nelle ore di punta il caos è tale che nè i ciclisti nè gli automobilisti riescono a transitare senza difficoltà nella confusione di parcheggi, precedenze, corrierine, pedoni e ciclisti. In questo caso, però, almeno in un tratto, gli archetti proteggono i lodigiani in sella alla due ruote, delimitando la pista dai posteggi. Tra i punti considerati più pericolosi c’è la striscia rossa che corre davanti alle Poste, e questo a causa del parcheggio selvaggio delle auto che obbliga i ciclisti a lanciarsi in un pericoloso slalom. Se lungo via Cadamosto è facile trovare macchine posteggiate proprio sul percorso destinato ai ciclisti, via Sforza ha una pista molto stretta e segnalata esclusivamente da una linea gialla.

In viale Piacenza, dalla caserma dei vigili del fuoco verso il centro della città, chi viaggia sulla due ruote è più protetto dal traffico, mentre dall’altra parte della carreggiata, dopo l’oratorio, le auto sistemate a spina di pesce tendono a invadere la corsia dei ciclisti, una situazione che crea difficoltà anche a pedoni o mamme con i passeggini.

Al di là del ponte sull’Adda, una parte della pista corrisponde al marciapiede, il tragitto sembra scomparire nei pressi della farmacia per poi riprendere poco più avanti. Non tutti i ciclisti utilizzano il percorso, alcuni preferiscono restare sulla carreggiata, così come accade - anche in altre zone della città - che imbocchino la ciclabile nel senso opposto di marcia.

Infine, c’è una pista ciclabile che si guadagna la medaglia d’oro: è quella di viale Pavia, nei pressi della stazione. Qui il marciapiede è diviso tra pedoni e ciclisti, la parte rossa delimita lo spazio delle due ruote e più ci si avvicina allo scalo ferroviario più la sicurezza aumenta, grazie al posizionamento dei catarifrangenti che impediscono alle auto di invadere la corsia.

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