Cerro, si prepara la bonifica dell’ex fabbrica di armi chimiche di Mussolini

Dall’anno prossimo verranno nuovamente analizzati terreni e acque sotterranee

Scatterà all’inizio dell’anno prossimo la “fase 2” delle indagini sull’ex stabilimento militare della Saronio, dove negli anni della Seconda guerra mondiale venivano prodotte le armi chimiche per l’esercito di Benito Mussolini. Il caso è quello dell’area grande 45mila metri quadrati tuttora appartenente al demanio che, utilizzata a lungo in passato dall’esercito come poligono di tiro, versa da tempo in condizioni di perdurante degrado. «Il Comando militare esercito Lombardia ha annunciato l’imminente partenza della seconda fase di analisi sull’ex impianto militare della Saronio nella frazione cerrese di Riozzo, che dovrebbe prendere il via all’inizio del prossimo anno - afferma il sindaco di Cerro Gianluca Di Cesare -: per rendere possibili in condizioni di sicurezza le ulteriori prove e i prelievi a campione sulle parti di terreno e sugli edifici non ancora analizzati, sarà necessario demolire alcuni fabbricati fatiscenti a rischio crollo». Sempre in base a quanto fatto sapere dal sindaco Di Cesare, verranno effettuati nuovi campionamenti dei terreni per ricercare eventuali potenziali contaminazioni, a cui si accompagneranno le analisi delle acque di falda e le video-ispezioni delle condotte di scarico. Dopo lo stanziamento di 70mila euro da parte del ministero della Difesa, già l’anno scorso aveva preso il via un primo intervento di pulizia dell’area nella frazione cerrese. Anche la parte di fabbrica che insisteva su Melegnano, e che era invece destinata alla chimica “civile”, aveva lasciato in eredità pesanti contaminazioni del terreno con sostanze fortemente cancerogene.

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