Cerro, la battaglia del dottor Roberti
«Quando mi risvegliai dal coma»

Il medico 62enne lavoro all’ospedale Predabissi

«Quando mi risvegliai dal coma farmacologico, medici e infermieri mi fecero una gran festa: dopo oltre un mese sedato e intubato, non ne capivo il motivo, ma ero tornato alla vita dopo aver visto la morte in faccia». A tre giorni dal sospirato ritorno nella sua casa di Cerro, il 62enne medico dell’ospedale Predabissi Riccardo Roberti racconta così l’infinita battaglia contro il Covid, da cui è uscito vincitore dopo un calvario durato ben cinque mesi.

«Da ormai 30 anni lavoro nel reparto di oncologia del Predabissi, sono specializzato in malattie infettive, quasi certamente l’ho contratto proprio visitando qualche paziente positivo al coronavirus - sono le sue parole -. È iniziato tutto a metà marzo con i primi sintomi e la febbre alta: dopo il passaggio al pronto soccorso e una giornata in medicina, mi è stata riscontrata una grave polmonite bilaterale, ho trascorso 5 settimane in terapia intensiva intubato e sedato».

Il dottor Roberti non ricorda nulla se non i sogni misti agli incubi che gli annebbiavano la mente, ma in quei tragici giorni le sue condizioni erano davvero molto gravi. «Alcuni pazienti ricoverati con me hanno perso la vita, io stesso ero a forte rischio, ma alla fine ho vinto la battaglia più dura - continua finalmente sollevato -. Quando mi risvegliai dal coma, cercai subito di scendere dal letto, ma non muovevo neppure un muscolo, fu allora che capii tutto».

Dopo aver perso dieci chili, il calvario per il medico di Cerro non era ancora finito: a causa di un improvviso sanguinamento a livello del fegato, a metà maggio è stato trasferito al San Raffaele di Milano, dove è rimasto per altri 30 giorni prima della riabilitazione alla clinica Maugeri di Pavia, che ha concluso solo venerdì dopo un’odissea lunga complessivamente quasi cinque mesi. «Ringrazio di cuore tutti i medici e gli infermieri, che mi hanno salvato davvero la vita - conclude -. Adesso continuerò il recupero nella mia casa di Cerro, dove ho già ricevuto le gradite visite del sindaco Marco Sassi con il consigliere Giovanni Papetti e i numerosi amici dell’ospedale Predabissi: dopo tanto tempo fermo, la cosa più difficile sarà riacquistare l’equilibrio. Sino a quando non verrà scoperto il vaccino, il Covid sarà sempre in agguato, non dobbiamo mai abbassare la guardia». Stefano Cornalba

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