Centropadana in prima fila per salvare la Bcc di Treviglio

Le acquisizioni di Creta e Farnese, per Banca Centropadana, potrebbero essere state le “prove generali” di quanto si sta delineando sullo scenario regionale del credito cooperativo. L’istituto lodigiano è il principale candidato infatti a rivestire il ruolo di “cavaliere bianco” per il salvataggio di una tra le Bcc più grandi di Lombardia, la bergamasca Bcc di Treviglio. Un colosso con cent’anni di storia e un fortissimo radicamento territoriale, basato anche sull’atavico campanilismo tra il capoluogo - Bergamo - e quella parte della provincia orobica che guarda a Milano e della cui Arcidiocesi fa parte, che si riconosce appunto nella città di Treviglio.

Se l’operazione andasse in porto, nascerebbe uno tra i principali poli italiani del credito cooperativo, con un centinaio di filiali dislocate tra Bassa Lombardia (Pavia-Lodi-Cremona), Milano città e l’area Sudmilanese, oltre ovviamente alla Bergamasca, senza contare gli sportelli in provincia di Parma e Piacenza e quelli nell’Alessandrino.

Il progetto è ambizioso, soprattutto perché la Bcc di Treviglio dovrà rinunciare all’idea di restare banca autonoma. I numeri, però, dicono chiaramente che l’istituto orobico ha i riflettori puntati e l’ispezione di Bankitalia in corso in questi giorni potrebbe chiudersi con l’indicazione di una fusione. La Treviglio ha archiviato l’esercizio 2015 con una perdita di 24 milioni di euro, problemi di redditività e soprattutto un forte aumento dei crediti ammalorati: il rapporto tra sofferenze nette e patrimonio netto è passato dal 68,41 del 2014 al 106,62 del 2015. Il patrimonio netto, tra 2014 e 2015, è stato poi eroso per circa 30 milioni, passando da 174 a 145 milioni.

Il piano già avviato per provare a risalire la china parla di chiusura di filiali (da 50 a 44), di dismissioni immobiliari e di un aumento di capitale da 10 milioni di euro.

La visita di Bankitalia sarà decisiva per orientare il futuro della banca trevigliese. Se venisse scartata definitivamente l’ipotesi di proseguire in solitaria, un aiuto arriverebbe dal Lodigiano, dove Centropadana sta studiando una fusione che la porterebbe ad acquisire numeri da big nel panorama del credito cooperativo italiano. Per il momento il presidente Serafino Bassanetti predica prudenza, anche se appare chiaro che nonostante i 18mila soci contro i 21mila di Treviglio, sarebbe la banca lodigiana a guidare le danze. Fonti abbastanza accreditate assicurano che Centropadana, in caso di fusione, sarebbe fermamente interessata a mantenere la presidenza della futura banca e della sede legale a Lodi, lasciando alla consorella di Treviglio le altre sedi operative.

Nel frattempo a livello sindacale hanno iniziato a farsi sempre più insistenti le voci di un avvicinamento in corso tra la Bcc Laudense di Lodi e la Bcc di Dovera e Postino. Come è noto, i due territori sono confinanti, con l’unica diversità che Postino e Dovera si trovano in provincia di Cremona e in questi anni hanno aperto nuovi sportelli unicamente nel Cremasco. Pur trattandosi di realtà differenti (la Laudense è più grande della Bcc di Dovera e Postino) non si starebbe valutando un accordo di incorporazione, bensì di fusione. Nessuna delle due parti conferma o smentisce: tutto è coperto dal massimo riserbo. Non c’è nulla di ufficiale e si tratta esclusivamente di voci raccolte a livello sindacale. Come tali le riportiamo.

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