Cavenago piange Marino Bernasconi, «piccolo grande imprenditore»

L’imprenditore si è spento a 71 anni, la sua ditta con sede a Crema lavorava con tutto il mondo

Se nè andato a 71 anni Marino Bernasconi. Un grande imprenditore, cresciuto dal “nulla”, nella campagna di Cavenago. L’azienda da lui fondata la “Impianti elettrici Bernasconi”, di Crema, si è allargata, fino ad intrattenere, come oggi, rapporti con gli altri paesi del mondo e ad avere 20 dipendenti che, anche in questo periodo di crisi, hanno sempre continuato a lavorare. Da Cavenago, si è trasferito a Lodi, nel quartiere di San Bernardo. Sabato si è spento, dopo un periodo di malattia.

La camera ardente è stata allestita nell’abitazione, al 13 di via Loretz, i funerali non sono ancora stati fissati. «Papà ha iniziato con una piccola azienda con 3 o 4 soci e pochi dipendenti poi ha rilevato tutto lui. Lo chiamava il suo “piccolo impero” - racconta la figlia Cinzia, che piange il padre insieme a suo fratello Luca e alla mamma Graziella -. Faceva tutto questo per la famiglia. Ha lavorato fino all’ultimo giorno, sarà un esempio per tutti. La sua è stata davvero una vita dedicata alla famiglia e al lavoro, i valori di una volta». L’imprenditore di Cavenago era stato insignito anche del premio del cavalierato della Repubblica. «L’azienda prima era impegnata solo a livello locale - aggiunge orgogliosa Cinzia Bernasconi -, adesso ha rapporti commerciali con la Russia, l’India, il Brasile e le più grandi aziende, Terna, Enel, Snam. Non ha mai licenziato nessuno, non ha mai chiuso un giorno. E ha sempre lavorato anche in questo periodo, fino agli ultimi momenti, noi in azienda e lui da casa. Era un piccolo grande uomo». Cavenago, ricorda Maietti, che aveva fatto la prefazione al suo libro biografico “Dall’Adda al mare. Una vita e un sogno”, pubblicato dalla Sollicitudo di Lodi, «ha perso due grandi imprenditori. Prima Renzo Sormani e adesso Bernasconi. «Nato da una famiglia molto povera - spiega Maietti -, piano piano si è fatto strada fino a mettere su un’azienda. Era un uomo di una grande affidabilità. Eravamo vicini di casa a San Bernardo, ma ci siamo conosciuti quando mi ha chiesto di fare la prefazione al libro». Bernasconi, cresciuto «grazie alla tenacia e al talento», annota lo scrittore, aveva una predilezione per la poesia. Il riferimento filosofico della sua vita era una clessidra, spiega lo scrittore, di Cavenago come lui. «Diceva che le era stata regalata quando tutto andava bene. “Ora tutto è più pesante - diceva - . Gli anni passano proprio come i granelli della mia clessidra”».

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