CAVACURTA L’ecologista spazzina Lorenza Cabrini ha ripulito i 7 chilometri della ciclabile

La storia della volontaria che si è stancata di guardare la sporcizia e si è rimboccata le maniche

Laura Gozzini

Percorrendo ogni mattina a piedi la ciclabile Codogno-Cavacurta, Lorenza Cabrini guardava i rifiuti gettati nel verde arrabbiandosi: «Possibile che la gente se ne infischi?». Per anni ha ripreso sui mezzi pubblici e i treni chi con fare spavaldo metteva i piedi sui sedili, ricevendo spesso insulti, e riuscendo però in qualche caso a farli sentire dei cafoni. Fatto sta che l’altro giorno non ce l’ha più fatta a vedere «bottigliette in plastica buttate a caso nell’erba, pacchetti di sigarette vuoti, lattine schiacciate, fazzoletti di carta usati, carte di caramelle, pezzi di tubo, mascherine, un sacco vuoto di malta e persino un sandalo da donna sventrato, che mi sono chiesta come molti possano arrogarsi il diritto di essere definiti civili quando civili non lo sono per niente», spiega la donna residente a Castelgerundo. Così il pomeriggio è tornata sul posto armata di guanti e sacco, nonostante l’afa e il dolore alle spalle, e ha passato al setaccio tutti e sette i chilometri di ciclabile ripulendola da cima a fondo.

Un signore in bicicletta, scambiandola per un “alieno”, si è prima complimentato e poi le ha persino chiesto se facesse parte di qualche associazione. E stanca ma col sorriso, Lorenza ha risposto che «no», era «”solo” un buon senso civico». Che lo sa anche lei che «non cambierà molto e qualcuno domani ripeterà i suoi gesti incivili scartando una caramella dalla sella della sua bicicletta e butterà a terra la carta, chi perderà la mascherina non si fermerà per tornare a raccoglierla perché tanto ne ha altre a casa» e via così elencando, «ma forse qualcuno come me, attento ai particolari, noterà la differenza». A farla è che «mi hanno insegnato a rispettare l’ambiente e le cose».

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