Cava Tem: «Servono più controlli»

Società e Comune sollecitano il colosso

a effettuare più rilievi:

il mega sito chiuderà

alla fine del 2015

Cava di prestito Tem di Vizzolo, arrivano i primi rilievi sull’andamento dei lavori e si definiscono le ipotesi sul dopo-cava, quando il sito estrattivo diventerà un’«exclave» del comune, un habitat paesaggistico oltre la tangenziale, qualcosa di simile all’attuale Lambro morto di Montebuono.

Nei giorni scorsi il comune ha reso nota la prima relazione tecnica annuale sulla cava e la «Valutazione degli impatti potenziali» assemblata dalla società specializzata incaricata di supervisionare i non brevi lavori. La conclusione prevista dello scavo è fine 2015, fornendo il prezioso apporto di 1,5 milioni di metri cubi di materia prima. Nella cava vizzolese i lavori si possono considerare iniziati da sei mesi, anche se leggendo la relazione si viene ad apprendere che i primi piezometri sul perimetro sarebbero stati piazzati nel 2010, pochi mesi dopo l’approvazione ministeriale del piano cave Tem. Come vanno le cose finora? La società di controllo di parte comunale (la Idrogea srl di Varese) annota che a dicembre 2013 i volumi già estratti erano pari a 105mila 250metri cubi, più o meno un quindicesimo. Si rileva anche che le analisi mensili sulla composizione fisico chimica delle acque superficiali non sono state effettuate (da parte della società che esegue gli scavi, quindi incaricata dal gruppo Lambroscarl per conto di Tangenziali esterne, nda) secondo tale cadenza.

Ci si deve quindi allineare al controllo mensile, mentre per le acque sotterranee la verifica dei livelli è cadenzata ogni tre mesi. Manca ancora uno dei tre piezometri, uno dei due a valle in direzione Sordio-Casalmaiocco. In linea generale dalla fine dell’estate scorsa la cava Tem ha cominciato a utilizzare per la futuribile autostrada ghiaia e sabbie che se ne stanno lì, sotto il mais, più o meno dalla glaciazione würmiana, diecimila anni fa. La profondità massima prevista è 25 metri di scavo, dagli 87 di quota terreno ai 62 di fondo cava.

Fra Gorgonzola, Pozzuolo Martesana e Vizzolo la Tem richiede almeno 5 milioni di metri cubi, 600mila in meno della capacità volumetrica calcolata per i tre siti ed escludendo il sito di riserva Paullo/Tribiano. La prima relazione di controllo approfondisce anche gli aspetti del futuro prossimo, cioè di cosa ne sarà del «buco in terra», con acqua affiorante, quando accanto sfrecceranno le sei carreggiate della A58. La parola d’ordine è «rinaturalizzazione», cioè restituzione ad ambito paesaggistico di almeno una parte dello scavo, quella con il livello idrico meno profondo. Il «lago di cava» potrebbe diventare un habitat umido di pianura, con prato e canneto, aperto anche a sperimentazioni didattiche e scolastiche. Non si esclude di attrezzare un’area adiacente alla ex cava, a quel punto, a parcheggio, punto parcheggio bici, chiosco attrezzato o struttura simile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA