Case di riposo, gli aiuti regionali in arrivo solo per fine giugno

Crisi di liquidità: le Rsa faticano a pagare dipendenti e fornitori

Regione Lombardia metterà in pagamento i saldi dovuti alle case di riposo per il 2020 a fine giugno, la crisi di liquidità si fa sempre più grave e aumenta il ricorso delle Rsa lodigiane all’indebitamento, mentre all’orizzonte si intravedono difficoltà nei pagamenti di dipendenti e fornitori. Le Rsa del Lodigiano avevano scritto a Regione Lombardia a gennaio denunciando la preoccupante situazione della liquidità, messa a durissima prova dall’anno del Covid, e chiedendo di poter ricevere il saldo dei pagamenti sulle prestazioni 2020 il prima possibile. Da Regione avevano spiegato che era tecnicamente impossibile procedere al saldo prima della validazione dei flussi informativi sulle prestazioni. Ma chi ha concluso quell’operazione e ha emesso fattura ad Ats Città Metropolitana se l’è vista rigettata, «tra l’altro senza una valida motivazione, che è espressamente prevista dalle norme sui pagamenti per le pubbliche amministrazioni» sottolinea il consulente di una struttura della Bassa. Il motivo sta scritto invece nella Dgr emanata questa settimana dalla Regione: oltre a confermare le previsioni integrative sui contributi, si mette nero su bianco che il saldo dei pagamenti avverrà a fine giugno. «Ma da qui al 30 giugno la situazione rischia di esplodere – spiega Maria Rosa Bruno direttore del Santa Chiara di Lodi -. Ci sono enormi problemi di liquidità perché nel 2020 abbiamo perso le rette degli utenti che non abbiamo potuto fare entrare, abbiamo subito una mortalità eccezionale senza poter ripristinare i letti, la Regione ha decurtato l’anticipazione dal 95 al 90%, ci sono state molte spese in più per far fronte all’emergenza. Di fronte a questa situazione eccezionale, sarebbe sufficiente anticipare il pagamento del saldo 2020. Invece si fa di tutto per procrastinarlo, e le strutture, tutte, stanno andando in enorme sofferenza di cassa». La soluzione, per chi può accedervi, è accendere nuove linee di credito in banca, e alcune strutture lo hanno già fatto. «Non c’è un problema di tenuta economica delle strutture, in generale, ma c’è un enorme problema di liquidità – conferma il direttore delle Opere Pie Giovanni Grecchi -. Per le strutture più grandi il saldo del 2020 vale anche 250mila euro, risorse senza le quali i pagamenti correnti diventano molto difficoltosi». E non è detto che tutte le strutture riescano a farvi fronte.

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