Casale, un tendone per il Ramadan

A quattro giorni dall’inizio del Ramadan si rischia un nuovo caso tra islamici e amministrazione comunale di Casalpusterlengo: no alle preghiere in via Fugazza, il Centro islamico vuole montare una tensostruttura in fondo a via Crema ma in caso di rifiuto c’è anche chi ha già annunciato che andrà sotto il municipio a pregare.

Il sindaco Flavio Parmesani ha già annunciato più volte che i musulmani possono continuare a restare nella sede di via Fugazza fino al chiarimento definitivo del Tar, ma che lì non possono comunque pregare in base alla sentenza del Consiglio di Stato della fine dell’anno scorso. Secondo questa interpretazione, a cui sono seguiti già diversi controlli, i musulmani non potranno di certo seguire il Ramadan nella sede all’angolo della via Emilia.

Per questo motivo sabato è stata protocollata una richiesta di insediare temporaneamente una tensostruttura in fondo a via Crema, al di là della ferrovia, nel campo recintato della vecchia cabina elettrica. L’area è di proprietà del Centro culturale islamico, che l’ha comprata l’anno scorso e che lì vorrebbe insediare la nuova sede. Al momento l’amministrazione comunale ha già fatto sapere che è impossibile concedere i permessi perché secondo il piano regolatore vigente quell’area non può ospitare la sede di un’associazione. Una soluzione potrebbe essere trovata nel piano di governo del territorio, del quale però sono partite soltanto nelle ultime settimane le procedure preliminari. Tempi lunghi dunque.

Ma l’area è a tutti gli effetti degli islamici che quindi hanno chiesto di poterla utilizzare in via temporanea per il periodo del Ramadan. Una soluzione che sarebbe vista di buon occhio anche dalle forze dell’ordine, preoccupate invece dal fatto che gli islamici arrivino a lunedì prossimo senza una sede per riunirsi in preghiera. Inoltre, gli stessi islamici si sarebbero resi disponibili a valutare insieme all’amministrazione eventuali dettagli logistici per mettere in sicurezza il luogo, che peraltro rimane addossato all’area industriale e fuori dall’abitato, senza problemi né di circolazione né di convivenza, come capita invece in via Fugazza, vicino alla via Emilia.

«Per il momento siamo in via Fugazza e aspettiamo di confrontarci con il comune - dice il presidente del centro islamico Abdullah El Murabaa -. Noi siamo pronti ad andare in via Crema e abbiamo fatto richiesta per un tendone. Vogliamo trovare una soluzione pacifica e in collaborazione con il comune, che finora si è dimostrato sempre attento. C’è qualcuno che dice di andare a pregare in piazza in caso di rifiuto, ma a loro ho già detto che sono liberi di farlo, ma non a nome del Centro culturale islamico. Noi cerchiamo sempre una soluzione insieme, se altri vogliono fare diversamente non devono metterci in mezzo».

Secondo fonti dell’associazione, da un punto di vista tecnico non dovrebbero esserci motivi per rifiutare il rilascio del permesso visto che i musulmani vanno su un’area di proprietà, a spese proprie e senza creare impatti di alcun tipo nella zona.

Quel che è certo è però che l’amministrazione a oggi non ha ancora valutato la richiesta di insediamento, e nessuno vuole commentare . Si attende la risposta ufficiale.

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