Casale, aggredito da un cane

Ferito gravemente a una mano da un pastore maremmano. Un 42enne di Casale ci rimette un dito. La terribile aggressione avvenuta in via Rosselli davanti alla panetteria Monico è infatti costata all’uomo l’amputazione di una falange della mano destra: la lesione riportata in seguito al morso era troppo grave perché i medici riuscissero ad evitare l’intervento. La tragedia si è consumata nei giorni scorsi, una mattina come le altre a due passi dal centro. Il 42enne aveva portato il suo Rhodesian, o cane Leone come è chiamata la razza originaria del Sudafrica, dal veterinario e se ne stava tornando a casa a piedi con l’animale al guinzaglio. Lasciato l’ambulatorio del dottor Chiesa in via Marsala il casalino ha svoltato in via Rosselli e in un secondo è successo il finimondo. Dietro di lui arrivava una giovane con un pastore maremmano e non appena il cane ha avvistato il Rhodesian ha strattonato la padroncina sfuggendogli via. Intuito quello che stava per succedere la ragazza ha fatto appena in tempo ad urlare al 42enne qualcosa, ma prima che quello potesse voltarsi il pastore abruzzese è saltato addosso al Rhodesian azzannandolo al costato e poi al muso. Una vera e propria furia e il Rhodesian stretto nella sua morsa non ha potuto far niente per liberarsi, assalito alle spalle e perciò colto di sorpresa. È stato allora, nel vedere il suo cane che rischiava di rimanere ucciso, che il 42enne ha provato a dividere i due animali. Il Maremmano ha mollato un istante la presa per tornare subito alla carica addentando la mano destra del malcapitato. I denti sono penetrati nella carne tranciando il dito medio quasi di netto. Quando la proprietaria del Maremmano è riuscita a riprendere l’animale era ormai tardi. Con la mano sanguinante il 42enne è corso a chiedere aiuto dal veterinario, ha bussato alla porta dell’ambulatorio gridando e quando il dottore, Maurizio Chiesa, gli ha aperto ha compreso subito la gravità dell’incidente. «Mi sono reso conto che era una lesione importante - ha raccontato ieri Chiesa, veterinario e prossimo a conseguire una laurea in medicina al San Matteo di Pavia -, ho messo un paio di guanti, una garza e ho medicato immediatamente la mano ferita». È stato il medico stesso ad accompagnare al pronto soccorso di Codogno il ferito, sotto shock e con il dolore che con il passare dei minuti si faceva sempre più intenso. Ricevute le prime cure a Codogno il 42enne ha deciso di rivolgersi ad un centro specializzato in traumi come quello subito e lì ha avuto la sentenza più dura. La falange del dito medio non era in alcun modo recuperabile e l’unica soluzione quella di procedere all’amputazione. Per il momento il giovane non ha sporto denuncia contro la proprietaria del Maremmano, preferisce pensare a guarire. L’Asl intanto ha inviato un veterinario a controllare che il cane non sia affetto da idrofobia: ad un primo esame ne seguirà un secondo tra una decina di giorni e solo allora si potrà escludere il rischio del morbo.

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