Cani nei parchi, a Lodi la marcia dopo la “vittoria”

I sindaci, a cominciare da Lodi, rimuovano i divieti, anacronistici e penalizzanti, che impediscono alle persone con cane al seguito di accedere ai parchi e alle aree pubbliche. E promuovano, invece, regolamenti per consentire agli animali domestici di entrare in tutti i luoghi pubblici e aperti al pubblico, nei pubblici esercizi e sui mezzi di trasporto. È la richiesta avanzata dall’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, e dai militanti animalisti e cittadini con cane al seguito che oggi, a Lodi, hanno partecipato alla “marcia della vittoria”: una passeggiata lungo le vie e attraverso i parchi della città per festeggiare la recente sentenza che ha dichiarato “illegittimi” i divieti stabiliti dall’amministrazione comunale.

“Considero una grande vittoria che dedico a tutti gli amanti degli animali - spiega l’ex ministro - la sentenza che mi vede vincere contro il sindaco di Lodi, dichiarando illegittimo il regolamento comunale in base al quale ero stata multata per non avere, volutamente, rispettato il divieto di accesso con il mio cane nel parco cittadino. Oggi siamo qui per sollecitare il Comune di Lodi ad adeguarsi alla sentenza. E come lui tutti i comuni italiani in cui sono in vigore questi illegittimi regolamenti. Non si tratta solo di cancellare le multe, ma di prendere atto del principio sancito dalla decisione del giudice e quindi di compiere il passo successivo: eliminare i divieti e i cartelli di divieto. Solo così le aree pubbliche saranno davvero restituite a tutti cittadini: non è infatti possibile limitare la libertà di circolazione delle persone e dei loro animali, a tutti gli effetti considerati membri della famiglia. Occorre al contrario, rendere più semplice la vita dei milioni di italiani che convivono con un piccolo amico ed hanno tutto il diritto di vedere rispettare le proprie istanze. Amministrare significa, infatti, contemperare le esigenze di tutti. Mi aspetto che i sindaci che sono caduti in questo errore, lo correggano immediatamente, visto che la nostra sentenza è solo l’ultima di una lunga serie che ha visto protagonisti i tribunali amministrativi e civili di mezza Italia”.

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