Borghetto, il giorno delle lacrime

Oggi l’addio a Cristiano, ucciso da un suv fuori dall’asilo

I paramenti sono bianchi, candidi, immacolati. Come solo la vita di un bambino di cinque anni può essere. Sono in tanti a piangere quella di Cristiano Pezzini, spezzata tragicamente mercoledì mattina, nel parcheggio dell’asilo a Borghetto. Nella casa di famiglia, al 3 di via Provinciale, è il tempo del lutto e delle lacrime. E il bianco del lutto spicca sul verde della mura come la realtà troppo dura da accettare fatica ad entrare nei cuori di tutti a Borghetto. Ai piedi degli scalini che conducono all’ingresso, ci sono tre fiaccole. La luce accesa del ricordo, ma anche la vigile promessa di attenzione per chiunque raggiunga a piedi la famiglia per una parola di conforto, visto che la casa si affaccia proprio sulla provinciale. Un punto pericoloso, tanto che da due giorni la Protezione civile fa servizio di sorveglianza per evitare problemi. A cinque giorni da quel drammatico istante che si è portato via la vita del piccolo Cristiano, è arrivato il tempo dell’addio. L’ultimo saluto ai funerali è in programma per le 14.30 di questo pomeriggio nella chiesa parrocchiale di Borghetto. Al corteo parteciperà anche una delegazione dei compagni d’asilo di Cristiano, mentre in paese, per la prima volta da almeno trent’anni, sarà lutto cittadino. Una decisione presa nell’immediato della tragedia dal sindaco Franco Rossi e dalla giunta. Un tentativo di partecipare con un gesto concreto ad un dolore «troppo grande» di cui nessuno, nelle vie, a scuola, nei bar, riesce a parlare. Cristiano, nato il 26 settembre del 2006, era a pochi passi dalla sua mamma, quando il suv di un altro genitore, C.F., 30 anni, appena arrivato nel parcheggio di via Lago per lasciare il figlio nelle stesse aule della scuola materna “Santa Gianna Beretta Molla”, inaugurata nel 2004 e in funzione dal 2005, l’ha travolto e ucciso sul colpo. Sotto gli occhi atterriti della mamma che non ha potuto fare altro che urlare. Inutilmente. Cristiano era arrivato in macchina con lei e la sorellina Giorgia solo qualche minuto prima. E nonostante gli avvertimenti della donna, era sceso da solo dalla macchina e si era avviato verso i cancelli della scuola mentre mamma Lidia liberava la figlia Giorgia dal seggiolino. Ha fatto solo pochi passi, la mamma ha urlato di nuovo e lui si è girato a guardarla per un’ultima volta. Poi lo schianto che non gli ha lasciato scampo. Distrutti i genitori, sotto choc l’uomo al volante, pietrificate le insegnanti della scuola, congelato il paese in quell’istante che nessuno avrebbe voluto vivere. Un paese che oggi si stringerà attorno alla famiglia per l’ultimo viaggio di Cristiano.

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