Binasca, condannati gli sfruttatori

Ventisette anni e un mese di carcere, e quasi 70mila euro di multa: questa la somma delle condanne inflitte ieri dal tribunale di Lodi agli ultimi quattro imputati per il “racket delle prostitute” sulla Binasca , tra Melegnano, Carpiano e Locate Triulzi sgominato da carabinieri e guardia di finanza alla fine del 2007, con una dozzina di arresti. Gli altri imputati avevano già definito le loro pendenze con la giustizia in udienza preliminare, quattro albanesi di Fier, invece, che non erano stati rintracciati al momento dell’esecuzione delle misure cautelari e sono tuttora irreperibili, sono stati invece giudicati in contumacia, difesi d’ufficio dagli avvocati Mauro Salvalaglio e Gaetano Marchesi. Che promettono ricorso in appello, non solo per l’entità delle pene inflitte ma anche perché una delle testimoni chiave, l’ex prostituta K.D., è stata deferita dalla corte presieduta da Angela Scalise alla procura della Repubblica, per l’ipotesi di reato di falsa testimonianza.

Le condanne, per tutti i capi d’imputazione che spaziano dallo sfruttamento della prostituzione alla riduzione in schiavitù, sono state di 6 anni, 9 mesi e 18mila euro per N.K., 27 anni; di 6 anni, 8 mesi e 20mila euro per F.T., alias “Sadiku”, trentenne poi coinvolto in pesanti vicende giudiziarie nel suo Paese; di 8 anni e 18mila euro per S.K., 25enne, e di 5 anni di carcere e 12mila euro di multa per I.K., 29 anni, l’unico che aveva domicilio in Italia, a Milano, «che palesemente aveva un ruolo minore», spiegano i difensori, i quali hanno sostenuto che invece il 29enne avesse addirittura cercato di proteggere la sua compagna dalla banda di sfruttatori. Secondo l’accusa però tutti erano “protettori” di numerose meretrici straniere, cui chiedevano gran parte dell’incasso a suon di ricatti e minacce.

Il processo si è basato principalmente sulla testimonianza di due ex lucciole.

Per i tre che hanno riportato invece le condanne più gravi difesa sostiene che sia mancata la prova che siano state commesse violenze ai danni delle prostitute. Nel corso del processo avevano testimoniato anche gli investigatori che avevano indagato a lungo su quanto accadeva sulla Binasca. Lo stesso “Sadiku” era stato poi processato in Albania e condannato in via definitiva a 18 anni di carcere per una lunga serie di accuse che comprendeva anche lo sfruttamento della prostituzione. Una vicenda che aveva visto il sequestro di un complesso immobiliare a Tirana, “Il faro”, un centro sportivo di 4mila metri quadri con piscina e varie attrezzature.

Il tribunale di Lodi ha disposto che, se mai i quattro si faranno arrestare in Italia, siano immediatamente espulsi dopo aver espiato le condanne.

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