BERTONICO Il mulino torna a funzionare ma la burocrazia mette i bastoni fra le ruote

La struttura riportata all’originale sarebbe pronta a ospitare le attività di una cooperativa sociale

Il luogo c’è, il potenziale perché diventi un importante centro per il territorio pure, ma la burocrazia mette i bastoni fra le ruote. Va avanti da più di dieci anni l’odissea dell’imprenditore Gaetano Paganini, che sogna di poter rimettere in funzione il mulino di Bertonico. Con un accurato lavoro di ristrutturazione l’edificio è stato praticamente riportato allo stato originario e sarebbe pronto ad accogliere una cooperativa sociale che permetterebbe di lavorare a diversi giovani provenienti da situazioni di disagio, che sarebbero impegnati nella lavorazione di grani antichi e nella produzione di pasta fresca. Al proprietario, però, non vengono rilasciati i diritti d’acqua, la ruota che farebbe funzionare l’impianto di produzione della corrente e la macina non può tornare in funzione e il progetto resta fermo.

«Non capisco il perché di questa decisione, che non consente di portare avanti un progetto che potrebbe essere positivo per il territorio – spiega Paganini –. Permetterebbe anche di sensibilizzare i contadini alla coltivazione di grani antichi, oltre ovviamente a far lavorare ragazzi che potrebbero scoprire il proprio valore lavorando e sentendosi utili e parte della società. Inoltre, ci sarebbe modo di svolgere un’attività legata alla didattica, ospitando le scolaresche del territorio».

In passato per Bertonico il mulino – che dovrebbe risalire al 1200 circa ed è iscritto nel circuito dei mulini italiani – ha rappresentato un luogo fondamentale: «Produceva l’elettricità per tutto il paese e la pompa mandava l’acqua all’acquedotto – racconta l’imprenditore –. Questo lo raccontano gli anziani del paese, quindi è qualcosa che rischia di perdersi se non viene tramandato, insieme a tutta la storia di questo luogo, e le iniziative didattiche che potrebbero svolgersi qui agevolerebbero anche questo aspetto culturale». Il mulino era una fonte di sostentamento fondamentale per il paese, dove la gente andava anche a lavorare. Se si riuscisse ad avviare il progetto, quindi, potrebbe tornare ad essere un posto attivo del paese, oltre che luogo di interesse culturale del territorio.

«Dato che ci sono degli spazi anche sopra, pensati come appartamenti, sarebbe bello che arrivassero anche delle figure professionali con i propri studi – magari di medicina alternativa o olistica –, si presterebbe a questo e potrebbe diventare un punto di riferimento per il Lodigiano oltre che per Bertonico. È assurdo che ci siano tutti questi bastoni fra le ruote».

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