Barbecue, immondizia e bagni proibiti:
a Zelo è l’estate degli incivili

Lungo l’Adda la battaglia contro i furbi è dura da vincere

Emiliano Cuti

L’Adda è un po’ come il mare dei lodigiani (e non), una meta attrattiva dove c’è chi arriva con teli e ombrelloni o chi si accontenta di una passeggiata o pedalata sulle greenway lungo il fiume. Peccato che spesso gli angoli più belli vengano deturpati, o ancor peggio messi a rischio dalle braci che si accendono a terra (rigorosamente vietante) e dai rifiuti scaricati nei boschi tra Zelo, Comazzo, Merlino e Spino. Il numero i frequentatori è cresciuto progressivamente e tra luglio e agosto si prevede il picco delle presenze al lido con l’inevitabile aumento anche dell’abbandono dei rifiuti. «Purtroppo è un problema noto, che si presenta puntualmente ogni anno – afferma l’assessore di Zelo Sergio Groppaldi-. Rifiuti ce ne sono tantissimi e facciamo davvero molta fatica a tenere puliti questi luoghi suggestivi. Il nostro comune ha un nuovo dipendente, che si sta occupando delle problematiche riguardanti il fiume e il territorio di Zelo. Abbiamo in essere il protocollo d’intesa con il comune di Spino per la pulizia a settimane alterne delle sponde. Sappiamo che non basta, perché quello che è necessario è un cambiamento culturale».

Sia Zelo, che Merlino e Comazzo hanno rinnovato l’ordinanza che vieta la balneazione, sostituito e installato nuovi cartelli che informano gli utenti del divieto di accensione di fuochi a terra, di accampamento e di abbandono di rifiuti. «Inutile negare che nonostante i divieti, soprattutto nei fine settimana, si moltiplicano i barbecue in mezzo ai boschi – dichiara il sindaco di Merlino Giancarlo Premoli -. Abbiamo chiesto alla polizia locale di svolgere controlli, che sono stati effettuati e che verranno garantiti. Per i rifiuti, nel nostro territorio, il problema è limitato: ogni settimana il nostro operatore svolge il servizio di raccolta». Ovviamente il problema esiste, ma secondo i cittadini che a più riprese hanno denunciato il fenomeno di degrado del fiume, serve “maggiore coordinamento tra comuni e forze dell’ordine”. Le soluzioni? C’è chi suggerisce l’impiego di persone addette ai lavori socialmente utili, chi la revisione al rialzo delle sanzioni con controlli in borghese eseguiti da personale volontario opportunamente formato, chi ancora l’impiego di “fototrappole”.

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