Arcagna, lunghe file per la frutta di stagione: una soluzione anti-crisi e a chilometro zero

Numerosi i clienti del “Frutteto”, il responsabile: «La vendita non è il nostro obiettivo, lavoriamo sulla ricerca»

Lucia Macchioni

Pesche, susine, mele e pere a un’euro al chilo: “Il frutteto” di Arcagna è la soluzioni anti-crisi per la frutta di stagione a chilometro zero, l’investimento del dipartimento di agraria dell’Università degli Studi di Milano a favore della ricerca.

Dieci ettari coltivati con 4mila piante da frutto con varietà diverse di ciliegie, albicocche, pesche, pere, mele, kiwi, more e mirtilli che, ogni giorno, attirano clienti da tutto il Lodigiano. Perché la forza de “Il frutteto” non è solo il prezzo in tempi di caro-benzina e bollette, ma anche la qualità di prodotti genuini, non trattati chimicamente.

«La vendita non è il nostro obiettivo - spiega, infatti, il responsabile Emanuele Quattrini che, insieme a tre operai specializzati, ogni mattina raccoglie la frutta in esubero da mettere in commercio -. Lavoriamo principalmente su due fronti di ricerca: dal recupero di vecchie varietà di frutta, con quaranta specie non più coltivate da studiare, fino a progetti regionali, ma anche a livello europeo, sull’individuazione di marcatori genetici che consentono alle piante di resistere alle malattie». Ma non solo: grazie a sei stanze a uso foresteria, l’azienda garantisce un tetto a studenti universitari che svolgono dottorati di ricerca o si sono aggiudicati borse di studio: «Ora stiamo ospitando una decina di ragazzi» riferisce Quattrini.

Ma “Il frutteto” è anche al servizio delle scuole locali, dalla primaria alle superiori, come azienda didattico sperimentale che svolge lezioni direttamente sul campo, tra i filari degli alberi da frutto. «La nostra attenzione è focalizzata al rispetto della natura con l’impiego di barriere meccaniche per proteggere le coltivazioni dagli insetti e dalle malattie fungine, ad esempio tramite una tensostruttura dal valore di 40mila euro che mette al riparo mele biologiche a tutti gli effetti, con una struttura di un ettaro di superficie».

E anche l’acqua, che in tempi di emergenza idrica è un bene prezioso, viene riversata dal canale Muzza in una vasca di 10mila metri cubi per l’irrigazione localizzata, goccia a goccia, di ogni singola pianta del frutteto. A testimoniare la genuinità dei prodotti, il signor Giuseppe, classe 1947 di San Martino in Strada ci racconta: «Mi rifornisco qui da vent’anni: la frutta ha tutto un altro sapore rispetto a quella del supermercato». Infatti, in occasione dell’apertura della stagione delle ciliegie, “Il rutteto” è stato preso d’assalto da centinaia di clienti in coda.

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