Ancora nuvole sul futuro della Lever

Possibili altri 30 o 40 esuberi per un calo di lavoro

Nuove nubi sul futuro dello stabilimento Unilever di Casale: nel 2012 i volumi delle lavorazioni saranno in calo e nell’ambito della nuovo riorganizzazione europea si potrebbero registrare per Casale altri 30 o 40 esuberi.

L’anno prossimo i volumi di lavorazione previsti per Casale saranno in calo del 4 per cento rispetto ai volumi del 2011. Quest’anno le previsioni sono state confermate, anche se con un andamento altalenante: nei primi tre mesi dell’anno la produzione ha viaggiato a mille, poi fino a settembre c’è stato un calo netto, e infine da ottobre a oggi è tornata su livelli accettabili. I minori volumi sono dipesi soprattutto da due fattori: lo spostamento della produzione dello Svelto nello stabilimento Lever di Pozzilli in provincia di Isernia e le difficoltà del reparto intermedi. In questo reparto, l’impianto di T&D ha confermato gli scarsi volumi degli ultimi mesi mentre per la prima volta è andato in negativo sui volumi lavorati l’impianto di solfonazione.

Intanto, il mercato europeo dell’home care, quello a cui è destinata la produzione del sito di Casale, è in difficoltà costante. Secondo il rendiconto trimestrale del gruppo, al 30 settembre i volumi di produzione home care sono calati in Europa Occidentale dello 0,8 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In Asia-Africa e nelle Americhe sono aumentati rispettivamente del 5 per cento e dello 0,9 per cento. La riduzione dei volumi in Europa è accelerata nel terzo trimestre 2011 con un meno 2,9 per cento. Il fatturato totale dell’home care Lever cresce in Europa dell’1,3 per cento, in Asia-Africa del 7 per cento e nelle Americhe del 3,7 per cento. L’area dell’Europa Occidentale per l’home care è quella in sofferenza, vuoi per esaurimento del mercato vuoi per un maggior disimpegno del gruppo.

In questo quadro generale non è rassicurante il previsto piano di riorganizzazione a livello europeo di cui sarà dato annuncio probabilmente tra marzo e aprile. In quell’occasione saranno annunciate le riduzioni previste per i diversi stabilimenti europei, e forse una chiusura di fabbrica. Casale non sarebbe dovuta rientrare in questa riorganizzazione avendo già ristrutturato il sito nel 2009, quando la chiusura del reparto polveri ha portato a 170 esuberi. Tuttavia si fa sempre più strada l’ipotesi che anche Casale potrebbe rientrare nella nuova ristrutturazione. In questo caso gli esuberi potrebbero essere compresi tra i 30 e i 40 lavoratori, e sarebbero individuati non solo nei reparti di fabbrica.

Sul tavolo della contrattazione rimane poi aperto il tavolo per il rinnovo del contratto integrativo aziendale, per il quale l’azienda avrebbe già fatto sapere di chiedere maggiore disponibilità alla flessibilità mettendo però sul piatto meno soldi di quelli riconosciuti attualmente. Ipotesi difficilmente accettabile dai lavoratori, che a loro volta hanno invece avanzato richieste importanti sia come risorse sia come impegni di sviluppo.

Andrea Bagatta

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