Anche 30 lodigiani alla marcia nazionale

Gridavano “Buon anno” e “Ci siamo anche noi”, i detenuti del carcere di Brescia nella notte di Capodanno. Sagome nere arrampicate alle sbarre delle finestre più alte, stagliate sul fondo illuminato della parete azzurra delle celle, mentre lungo la strada attorno alla casa circondariale si snodavano le fiaccole accese delle 44esima marcia nazionale della pace. Nella notte tra 31 dicembre e 1 gennaio, anche circa trenta lodigiani si sono uniti a quella che ormai è un’iniziativa assodata di Pax Christi, quest’anno a Brescia in collaborazione con la diocesi bresciana, la commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, e Caritas Italiana. E proprio come presidente di Caritas Italiana, il vescovo di Lodi è intervenuto davanti al carcere di Canton Mombello, i fedeli con le fiaccole accese, i detenuti alle finestre in ascolto, e ha salutato loro e in particolare i giovani cui è rivolto il messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale della Pace. «Auguro lo stesso entusiasmo vissuto nella Gmg di Madrid e nel raduno della comunità di Taizè che in questi giorni si svolge a Berlino», ha detto monsignor Merisi. Un invito poi a tutti: «A dare concretezza nella vita di ciascuno di noi all’impegno per la pace, la giustizia e la verità». È stata quindi letta in varie lingue una preghiera scritta da un detenuto e mentre la marcia proseguiva verso la tappa successiva, dalla strada le fiaccole ondeggiavano per salutare chi rimaneva a guardare da dietro le sbarre e continuava a gridare gli auguri di buon anno. 580 presenze per una capienza di 205 posti al carcere di Brescia, dove è stato dichiarato che «non di rado sono gli stessi agenti ed educatori, con servizio e intelligenza, a riuscire a spegnere gli attriti, loro per primi senza pienamente godere dei propri diritti di lavoratori statali». E anche il lavoro è stata tra le attenzioni della marcia della pace, partita dal parcheggio dell’Iveco e proseguita lungo le vie cittadine con meditazioni dal messaggio del Papa. Con Merisi, i Lodigiani hanno ascoltato le testimonianze di monsignor Giovanni Giudici presidente di Pax Christi e dei giovani impegnati nell’anno di volontariato civile a servizio di persone salvate dalla “tratta”. Dalla basilica dei santi Faustino e Giovita la marcia si è poi diretta in piazza della Loggia: l’audio ha riproposto il momento dell’attentato del maggio 1974 in cui morirono otto persone, nel ricordo delle quali si sono deposti fiori. Proseguendo quindi sempre con le fiaccole accese, dopo la sosta al carcere, tra le vie illuminate e le piazze buie dello spaccio, la marcia è infine arrivata alla Collegiata dei Santi Nazaro e Celso dove Merisi ha concelebrato la messa di Capodanno presieduta dal vescovo di Brescia Luciano Monari, che ha affermato: «Pace è anche una società riconciliata, fatta di uomini riconciliati con se stessi come lo furono Francesco d’Assisi e Etty Hillesum. Persone che i media non conoscono ma che sorreggono il mondo».

Raffaella Bianchi

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