Al Cesaris con la pistola, parla il padre: «Mio figlio non farebbe male a nessuno»

«L’ho accompagnato fino a scuola, non mi sono accorto di niente»

«Mio figlio non farebbe del male a nessuno». Ha gli occhi rossi Domenico B. mentre parla di suo figlio che nella tarda mattinata di martedì, all’istituto Cesaris di Casale, durante l’esame di Stato, ha estratto una pistola, intimando alla commissione di promuoverlo. Incontriamo papà Domenico a Terranova de’ Passerini, dove abita la famiglia, e con rispetto gli domandiamo se se la sente di cercare di decifrare con noi i gravi fatti del giorno precedente. Lui accetta. E così davanti a un caffè cominciamo a parlarne. «Mio figlio non ammazzerebbe neanche una mosca - racconta Domenico -, è un ragazzo in parte introverso, ma ha le sue amicizie; anni fa giocava a pallacanestro, da sempre ha una grande passione per le costruzioni - prosegue -, una volta conseguito il diploma mi aveva detto di essere intenzionato a continuare gli studi». Quanto accaduto durante l’esame di Stato però non se lo sa proprio spiegare. «Non capisco, ero con lui e non mi sono minimamente accorto che con sé portava una pistola - scuote la testa il papà - : quando siamo arrivati all’istituto gli ho chiesto se voleva che entrassi in aula per assistere all’esame, ma mi ha detto di no: me lo aspettavo, è emotivo, si emoziona, così sono rimasto in attesa in corridoio; quando ho visto chiudere la porta dell’aula invece sono rimasto sorpreso, ma non mi sono preoccupato - continua Domenico -, ad un tratto però ho visto correre una bidella, ho pensato che qualcuno si fosse sentito male; insomma, fino a quando non sono arrivati i carabinieri, non mi è stato detto cosa stesse succedendo». E quando se ne è reso conto, è rimasto senza parole. «Non ricordavo neppure della presenza di quella pistola, è una vecchia pistola di suo nonno che è morto, un’arma che risale alla Prima guerra mondiale, rimasta fra mille cose da sistemare nel box - racconta il papà -, lui l’ha ripulita e l’ha portata con sé, scarica però, i bossoli infatti erano ancora a casa, li abbiamo consegnati ai carabinieri».

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