Aggredita e picchiata dallo scippatore

Cerca di respingerlo ma scatena la brutalità del suo assalitore

Se non gli avesse lasciato la borsetta forse il suo aggressore l’avrebbe soffocata. Protagonista della brutta avventura, è stata la dottoressa Patrizia Zanella, medico di famiglia di professione e consigliere comunale del Pdl che, rientrando a casa dalla palestra, intorno alle 20 si è sentita improvvisamente assalire alle spalle. Il brutto episodio è avvenuto in via Ripalta, in un orario in cui di solito non manca il viavai di gente al rientro del lavoro. Risale a circa un mese fa, ma lei ne parla con serenità solo ora, che si è ormai del tutto ripresa, per consigliare alle potenziali vittime di brutti incontri di non fare resistenza e, in caso di rapina, di consegnare portafoglio o borsa, al fine di non compromettere la propria incolumità fisica. «Avevo lasciato la sacca della palestra in macchina - racconta -, poi mi sono incamminata sul marciapiede, con la mia borsetta sulle spalle, perché dovevo passare un attimo in studio, che si trova sempre sulla stessa via. All’improvviso mi sono sentita aggredire alle spalle. Era un uomo, che non sono però riuscita a vedere in volto. Mi ha messo un braccio intorno al collo e man mano che io facevo resistenza nel cedere la borsa, che mi intimava di consegnargli, lui aumentava la stretta. Siamo caduti entrambi per terra e io ad un certo punto mi sono accorta che se non avessi lasciato la presa della borsa lui mi avrebbe soffocata. Quando è riuscito ad agguantare la borsa mi ha sferrato un potente calcio al torace, provocandomi delle fratture. Solo in un secondo tempo mi sono resa conto del rischio che ho corso». Lo ha visto allontanarsi in bicicletta, mentre era a terra dolorante, senza mai riuscire a guardarlo in faccia. Secondo la malcapitata si tratta di «un fenomeno di carattere sociale», convinta che il malintenzionato si aggirasse tra i palazzi, aspettando di individuare un passante, meglio se donna, in un momento in cui la strada urbana era deserta. È rimasta a casa un paio di settimane, in attesa che le salute migliorasse, poi si è fatta forza ed è tornata tra i suoi pazienti. Ad alcuni ha raccontato l’episodio, che ha comunque subito denunciato ai carabinieri. «Di solito la sera - conclude -, sono solita guardarmi in giro prima di uscire dalla macchina, ma non mi sarei mai immaginata che si potessero correre rischi anche alle 20. E devo dire che tra i tanti fatti di cui sono venuta a conoscenza il mio è il primo caso dove oltre al furto ci sia anche stata aggressione personale».

Giulia Cerboni

© RIPRODUZIONE RISERVATA