Agenzia viaggi, spuntano nuovi casi

«Mi fece rifare l’assegno e poi li incassò entrambi»

Sono sempre di più i codognesi beffati dalla 44enne R.S. titolare dell’agenzia di viaggi codognina che è stata denunciata nei giorni scorsi dai carabinieri della stazione di Codogno per truffa aggravata.

Tra loro anche S.G., titolare di un’attività in centro città e da vent’anni cliente abituale dell’agenzia: «Tutto è iniziato lo scorso 8 marzo - racconta la donna - quando io e mia sorella avevano deciso di regalare una crociera alle nostre figlie, per festeggiare la loro laurea, e ho fatto io la prenotazione».

Quando S.G. si presenta da R.S. questa la invita a pagare subito i 7864,35 euro della crociera programmata a luglio, «avrai uno sconto» assicura R.S. e la cliente cade nel tranello. «Ho compilato l’assegno e la titolare mi ha chiesto di lasciar stare l’intestazione perché avrebbe pensato la sorella a mettere il timbro dell’agenzia - prosegue S.G. - non mi sembrava ci fosse nulla di male e così ho fatto».

Il dado è tratto, la poveretta non immagina che da quel momento cominceranno i guai. Lasciato il negozio, tempo un paio d’ore, R.S. la contatta al telefono: «Mi dice che la sorella si è sbagliata a mettere il timbro e se posso rifarle l’assegno». Detto fatto il pomeriggio S.G. è di nuovo in agenzia, compila il secondo assegno da 7864,35 euro e chiede però indietro quello errato. L’agente di viaggi avrebbe cominciato allora ad accampare scuse. «L’ha trattenuto la banca - si giustifica - aveva già tagliato l’angolo - poi la rassicura - quando mi arriva te lo restituisco». I giorni passano ma dall’agenzia non una telefonata, tutto tace e a quel punto S.G fa l’amara scoperta: dal saldo in banca risulta che le sono stati ritirati 15mila euro, in pratica entrambi gli assegni sono stati messi all’incasso. Da due perfetti sconosciuti, come S.G. viene a sapere direttamente dal suo istituto bancario: «Ho chiesto immediatamente spiegazioni a R.S. ma ha addossato la colpa alla banca - precisa -, mi ha detto che si erano sbagliati, che non ne aveva colpa». Per la cliente la reazione disincantata della titolare dell’agenzia è una doccia fredda e capisce che il rischio è di non riavere più indietro i soldi. Li pretende, e ogni volta viene rinviata a domani: «Promesse di bonifico, poi la storia che la banca l’aveva fatto per errore a una persona diversa da me, così fino al 25 marzo». Quando S.G., dopo l’ennesimo tentativo andato a vuoto e non potendo assentarsi dal lavoro, invia in agenzia la figlia 27enne: «Le ho detto di non uscire da là finchè non avesse ricevuto indietro i soldi e alla fine R.S. le ha dato una busta sigillata contenente due assegni del valore di mille euro e gli altri 6mila e 864 in contanti». L’incubo è finito ma la fiducia ormai non c’è più: «So di molta altra gente che è stata fregata come me».

© RIPRODUZIONE RISERVATA