Acqua, a Lodi aumenta il consumo

Prosegue da dieci anni la contrazione dei consumi di acqua per uso domestico che passa dai 206,1 litri per abitante al giorno del 2001 a 175,4 del 2011. Anno in cui, nei comuni capoluogo di provincia, ammonta a 1,16 miliardi di metri cubi il consumo totale di acqua potabile fatturata per uso domestico, il 3,4% in meno rispetto al 2010. Lo rileva il rapporto 2011 “Indicatori ambientali urbani” dell’Istat, secondo il quale il consumo pro capite é pari a 64 m3 per abitante (175,4 litri per abitante al giorno, -3,7% rispetto al 2010), a conferma della riduzione dei consumi che si osserva ormai da dieci anni, correlata alla maggiore attenzione all’utilizzo della risorsa idrica.

Una tendenza questa che però non riguarda Lodi, dove il consumo pro-capite, già più alto rispetto ad altri centri, è in aumento.

Il 15,5% dei capoluoghi presenta consumi di acqua potabile compresi tra i 200 e i 250 litri per abitante al giorno, l’83,6% tra i 100 e i 200 litri e un solo capoluogo, Agrigento (96,2) mostra consumi giornalieri inferiori ai 100 litri pro capite, a causa anche delle interruzioni nella distribuzione dell’acqua. Nei due terzi dei capoluoghi i consumi si contraggono, con le diminuzioni più accentuate a Cremona, Verbania, Sondrio, Parma e Vicenza al Nord; Firenze e tre capoluoghi del Lazio al Centro (Roma, Viterbo e Frosinone); Benevento e Trapani nel Mezzogiorno. Dei 18 comuni con i consumi più elevati (in testa Lodi e Catania, con 240 e 230 litri pro capite al giorno) poco più della metà mostra anche un incremento marcato dei consumi rispetto al 2010: oltre che a Lodi stessa (30 litri pro capite in più al giorno), anche a Udine e Pavia (in entrambi i casi superiore ai 15 litri pro capite giornalieri).

Incrementi del consumo di acqua superiori al 10% si registrano anche a Potenza, Cuneo, Mantova e Isernia, dove i livelli raggiunti sono più contenuti (inferiori ai 170 litri pro capite). Tra i grandi comuni, i consumi pro capite giornalieri di acqua potabile superano i 200 litri a Milano e Torino al Nord, a Roma al Centro e a Catania e Messina in Sicilia, con livelli sostanzialmente stabili rispetto al 2010 al netto della capitale. Catania mostra invece una variazione positiva di un certo rilievo (+3%). Nella generalità degli altri grandi comuni la tendenza è invece alla diminuzione, con contrazioni più consistenti a Firenze (-10,7%) e Genova (-6,5%).

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