A San Rocco la casa di riposo chiude i battenti, trasferiti anziani e dipendenti

Gli utenti sono stati smistati tra Caorso e Pieve Porto Morone. Tre addetti si sono dimessi

Chiusa la casa di riposo Petranca di San Rocco al Porto e trasferiti “temporaneamente” gli anziani ospiti in due Rsa, a Caorso e a Pieve Porto Morone. La decisione è stata presa nei giorni scorsi dopo una riunione in cui si annunciava agli operatori, 11 in tutto, che non vi erano più le condizioni per tenere aperto: motivo, la difficoltà a trovare un’altra infermiera che garantisse a quella in servizio i riposi obbligatori per legge. Nella circostanza i dipendenti sono stati informati che sarebbero stati smistati come gli anziani nelle due strutture.

In tre però, due assunti a tempo determinato e uno a tempo pieno, hanno deciso di rinunciare. Troppa la strada, cercheranno lavoro da un’altra parte. La riapertura della Casa Famiglia, gestita dal Consorzio Obiettivo Sociale di Alba, del resto non è affatto scontata. Al personale è stato detto che se ne riparlerà a settembre, ma tra i dipendenti rimasti c’è preoccupazione. Il fatto stesso che il Comune stia già pensando a dare un nuovo futuro alla struttura, confermerebbe per altro la chiusura non temporanea della Rsa: «Al momento del trasferimento gli ospiti erano 12 su 20 posti letto - spiega il sindaco Matteo Delfini -. Economicamente non è sostenibile ed è da un po’ che non ci sono i numeri. I muri sono del Comune e facevamo già pagare l’affitto minino, diciamo che probabilmente in origine è stata sbagliata l’idea di aprire la casa di riposo». Eppure fino a prima della pandemia era sempre piena. Poi il Covid ha cambiato tutto.

Fatto è che Delfini non fa mistero di essere al lavoro per una diversa destinazione: «Adesso siamo alla mappatura e alla progettazione - spiega -. Potremmo aprirvi il punto prelievi e stiamo già abbozzando con diverse realtà per portare servizi sempre funzionali agli anziani. Il punto prelievi era stato chiuso mesi fa perché il numero di persone che ci andavano non era altissimo e mobiliare i volontari per andare a prendere e consegnare le provette era troppo costoso, ma stiamo valutando delle soluzioni all-inclusive a un costo più sostenibile».

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