Il rifiuto esistenziale della “vegetariana”

La coreana Yeong-Hye, a seguito di un sogno, inizia a provare repulsione per la carne e decide di diventare vegetariana: ma la sua scelta viene osteggiata dal marito e dai familiari, che tentano di convincerla, anche con la forza, a tornare a mangiare in modo normale.Il libro è diviso in tre parti, secondo i punti di vista di diversi personaggi: il marito della donna, che disapprova il suo comportamento; il cognato, un artista attratto da lei; e la sorella, che le starà accanto durante il ricovero, mentre Yeong-Hye si priverà progressivamente di qualsiasi cibo e di ogni forma di relazione. Il romanzo nel suo insieme risulta ostico, ma costringe a una continua riflessione sui motivi della scelta della protagonista, che non vengono esplicitati. Possiamo intuire l’esistenza di un disturbo psichico, possiamo ipotizzare il desiderio di allontanare da sé la violenza sottesa al consumo di carne: oppure, a un livello più profondo, possiamo immaginare che agisca per manifestare il rifiuto del corpo, della natura umana, della vita stessa.

Han KangLa vegetarianaAdelphi, Milano 2016, pp. 186, 18 euro

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