Quelle anime “buie” di De Giovanni

Un ispettore tormentato e isolato, accusato ingiustamente da un pentito di mafia e trasferito ad Agrigento, lontano dai “suoi”; un criminale segnato dal dolore e dalla solitudine, che striscia rasente ai muri come un’ombra: ecco i protagonisti di questo thriller avvincente e ben congegnato, ispirato al romanzo di Cerami e che ci interroga sui motivi del male con uno stile tra il narrativo e l’epistolare. Una vicenda che si snoda come un film, a montaggio alternato, la cui trama si dipana gradualmente mentre l’uno, l’ispettore Lojacono, con tutti i suoi dolori, insegue l’altro, un uomo comune dal dolore così immenso che diverrà il motore delle sue azioni. Un borghese piccolo piccolo, un terribile predatore, una belva feroce in agguato che scruta tra le tende e gli intercapedini in attesa della preda. Con un finale che brucia come una sconfitta mentre la morte danza. In mezzo ai due, altri personaggi, altre storie, altre vite segnate per sempre e bagnate dalle “lacrime del Coccodrillo”. Lacrime di un’identità e innocenza perduta. Per sempre.

Maurizio De GiovanniIl metodo del coccodrilloEinaudi Editore, Torino 2016, pp. 292, 14 euro

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