I valori dei martiri del Poligono sono ancora i nostri valori

Gentile Direttore, mi perdonerà se con la presente ritorniamo sulla Commemorazione dei Martiri del Poligono ma è doveroso e necessario rispondere a quanto letto ieri nella rubrica delle lettere, dove ancora una volta qualche formazione politica esprime solidarietà nei confronti dell’Assessore Buzzi. È stato inoltre necessario più di qualche giorno per comprendere e lasciare sedimentare le parole pronunciate dal Sindaco Casanova durante l’evento del 22 agosto. Siamo rimasti basiti dopo aver sentito il discorso commemorativo del Sindaco Casanova in occasione dei martiri del poligono: intervento decisamente scarno sia per contenuti che per durata (non più di tre minuti) ma ciò che lascia più perplessi è l’approssimazione concettuale e storica e dialettica con cui sono stati trattati i temi afferenti all’evento stesso.Definire i martiri del Poligono come “ragazzi”, ed effettivamente anagraficamente lo erano (solo Oreste Garati aveva più di 30 anni gli altri arrivavano a mala pena ai 20 anni), ma con la fortunata densità linguistica della lingua di Dante era questo l’appellativo più corretto? Non erano veri e propri giovani uomini in virtù delle decisioni assunti del coraggio della determinazione dimostrata? Ma questo potrebbe essere solo un piccolo inciampo, proseguiamo. Nel discorso del Sindaco viene menzionato il coraggio che questi uomini hanno avuto: ”coraggio da vendere e pagherebbe affinche’ la generazione dei quarantenni possa contare su persone simili”. Questa citazione suona vuota e sorda perché la citazione generica dei valori senza un richiamo agli stessi appare fuorviante. Erano e sono valori di libertà, di rispetto delle persone, di giustizia sociale.La corretta riflessione parte dall’assunto di questi valori, oggi forse smarriti, che persone come Oreste Garati, Ludovico Guarnieri, Ettore Madè, Franco Moretti, Giancarlo Sabbioni e infine Pietro Biancardi, Giuseppe Frigoli, Paolo Sigi, Ferdinando Zaninelli, Antonio d’Arco, Rosolino Ferrari hanno trovato il coraggio di ribellarsi attraverso la Resistenza al fine di raggiungere la Libertà che tutti oggi abbiamo e che forse diamo per scontati. La Resistenza fu guerra di liberazione, lotta al fascismo e costituzione di una democrazia repubblicana e lo fu attraverso i suoi atti militari, attraverso quelli politici, su tutti questi percorsi d’azione esistono precisi documenti, che vanno dalle memorie della Resistenza alle lettere dei condannati a morte, alla politica del CLN e delle libere repubbliche su su fino alla Carta Costituzionale.Quali i valori della Resistenza? La libertà, la democrazia, la solidarietà. Soprattutto. E poi: la partecipazione, il dialogo, l’incontro. Valori etici e valori politici ad un tempo. E valori vissuti da coloro che dettero vita alla Resistenza stessa. Si leggano le lettere dei condannati a morte e apparirà subito in piena luce l’idea stessa di una nuova convivenza sociale e politica per la quale ci si batte e si è, perfino, disposti a morire: per testimoniarla, per darle vita.Allora dobbiamo ricordare, sottoscrivere e menzionare, le parole di Piero Calamandrei: “Ora e sempre Resistenza. Ora e sempre i valori della Resistenza. E ciò deve essere per tutti un memento e un impegno”.Il Sindaco poi usando parole assolutamente fuori da ogni schema dice: ” Non mi interessano opinioni ed interpretazioni sui fatti storici”, questo di fatto è un modo maldestro di prendere le distanze da Buzzi, tentativo peraltro non riuscito. Ci sono opinioni legittime ed illegittime ma dobbiamo ricordiamoci la XII norma transitoria della Costituzione, ed anche, su un piano differente, quelle accettabili o meno come quella dell’assessore. La falsa equidistanza porta solo porta solo alla rivalutazione dell’oblio.Il Sindaco si “dissocia dalle polemiche strumentali”, anche qui un’equiparazione dei torti e delle ragioni, di fatto questo accade perché alcune posizioni politiche, come sicuramente quella della Destra Laudense, non hanno fatto e non vogliono fare i conti con la storia. Ne sono testimonianza le lettere presenti nella Vostra rubrica prodotte a giustificazione delle dichiarazioni dell’assessore Buzzi a firma di noti esponenti della Destra lodigiana come Invernizzi o Bonsante. Di storiografico nelle dichiarazioni di Buzzi non c’è nulla, si evince chiaramente il solo desiderio di porre in discussione i valori costituzionali ed è da questo assunto che dobbiamo prendere le distanze, da questo revisionismo non richiesto e non voluto ma soprattutto non necessario. La necessita’ di dare un colpo al cerchio e uno alla botte fa crescere zone grigie su fatti che hanno solo bisogno di luce per essere ricordati nella loro limpidezza.In conclusione la domanda che ci vogliamo porre è: I valori che rappresentano quel momento storico e i principi sottesi sono ancora attuali? Sì, perché il ritorno degli integralismi, le tentazioni di regime, l’oblio delle regole collettive democratiche sono ancora presenti e attuali. C’è bisogno di anticorpi. Ma c’è di più: quei valori sono ancora i nostri valori, di uomini che con essi stanno andando verso la mondialità, verso quell’età dei diritti umani che è già in cammino, verso quel mondo animato da tolleranza, dialogo, incontro e accordi reciproci condivisi che si delinea davanti a noi, come pure un mondo sempre più consapevole di agire per e attraverso la solidarietà, di cui dogmatismi, fanatismi, imperialismi non fanno che ritardare lo sviluppo e in ciascuno di noi e della comunità umana nel suo complesso.Noi saremo li, come sempre, per testimoniare un memento locale di una storia più grande che con le sue debolezze ed errori ci ha donato libertà e pace.

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