Si accaniscono su queste povere piante

come dei nazisti

Caro direttore,

mi preme tornare a parlare dl verde di Lodi perché sembra che la cosa interessi a niente e nessuno, come si dice dalle nostre parti, “ l’è cume dag la biada al’asu ”.

Più di un anno fa ho segnalato la massiccia presenza di edera sui tre cedri posti vicino ai vecchio ingresso dell’ospedale; nessuno ha ancora avuto mezz’ora di tempo per provvedere a tagliare alla base l’infestante che tra non molto avrà la meglio sulle essenze ¡n questione.

Già da anni il verde dell’ospedale è conciato da schifo, vediamo di dare un colpo di grazia ad un angolo che dà ancora un pochino di decoro e poi sarà mia premura dare pubblicamente dell’incompetente (per non andare oltre con epiteti piu’ coloriti) ai “maghi della botanica” di turno.

La novità assoluta sono invece i due cedri di piazza L. Savarè dei quali allego foto.

lo penso per fare un paragone brutale che neanche il peggiore dei nazisti si sia accanito così con i prigionieri.

La prima pianta, quella verso la via Emilia era stupenda a vedersi, tanto per maestosità quanto per forme ma.... zac !!, il genio di turno ha fatto passare il coiffeur pour plantes a dare una spuntatina a fare un “taglio mare” visto l’avvicinarsi della stagione estiva !

Ora, vorrei fare se possibile fare i complimenti al Dostoevskij della situazione visto che se è vero che la bellezza salverà il mondo, il mio consiglio è di fare una bella visita dall’oculista per agire meglio o quantomeno limitare i danni in futuro.

Lasciamo stare i costi della piattaforma che tanto vengono spalmati sui cittadini che ne hanno da buttare, ma se è vero il proverbio “ufelè fa el to meste’ “consiglio ai giardinieri di provare a ricollocarsi come fabbro, o saidor, magari riesce a limitare le brutture.

Da ultimo, le conifere non sono pomacee o drupacee, non vanno potate se non per togliere il secco fisiologico, non fanno frutta per cui, ripeto il concetto : chi pota le conifere personalmente Io considero a livello di chi imbratta muri e treni e a “lasciare basiti” (ahimè, i pochi) che hanno ancora il gusto dei bello e delle forme armoniose che madre natura ci dona da apprezzare.

Cordiali saluti,

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