Grazie a Morini furono riaperte le indagini sul caso Mattei

Il 25 aprile scorso, a Raffaele Morini, attuale Presidente Nazionale APC – Associazione Partigiani Cristiani, fondata da Enrico Mattei nel marzo del 1947, è stata conferita dal Prefetto di Pavia, Erminia Rosa Cesari, la prestigiosa Medaglia della Liberazione della Repubblica, medaglia che “vuole riaffermare come la lotta di liberazione sia stata un movimento collettivo volto a ristabilire i principi di libertà e indipendenza”. L’APC è presente anche a San Donato Milanese e a Sant’Angelo Lodigiano, con importanti sezioni presiedute rispettivamente da Battista Roda e da Luigi Gatti.

Morini è nato a Medesano (Parma) il 19 luglio 1929 e nel 1967 si trasferisce a Sannazzaro de’ Burgondi (Pavia), dove risiede tuttora. Dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945, combatte come partigiano (nome di battaglia “Raf») con la 31ª Brigata Garibaldi, operante nel Parmense.

Dal 1949 al 1958, lavora come giornalista alla redazione di Parma del “Resto del Carlino». Nel frattempo, diventa direttore del settimanale “Mondo Libero» dell’APC. Nel 1961, Enrico Mattei lo assume all’Eni, dove fino al 1971 è ispettore commerciale del settore Agip Gas. Nel 1994, Morini ha portato al procuratore Vincenzo Calia gli elementi che hanno permesso all’allora magistrato pavese di riaprire l’intricato caso dell’ing. Mattei, fondatore dell’ENI, morto in un misterioso incidente aereo a Bascapè (Pavia) il 27 ottobre 1962.

A proposito, vorrei ricordare che, in occasione del X Congresso Nazionale dell’APC, celebratosi a Pavia il 29 gennaio 2011, il socio dottor Nicola Giordanelli (nato a Carbone, in provincia di Potenza, nel 1948, è deceduto a Pavia, dove risiedeva, il 6 ottobre 2012), allora cancelliere presso il Tribunale di Pavia, fece un significativo intervento sulla riapertura del processo Mattei del quale, su mia esplicita richiesta, mi mandò successivamente via e-mail il seguente sunto:

“Carissimo dr. Gallotti, ricordo, anche se è trascorso tanto tempo, quando il dott. Morini si presentò nel mio ufficio per mostrarmi un reperto, per lui preziosissimo. Si trattava di un pezzetto di metallo che faceva parte dell’aereo di Enrico Mattei precipitato a Bascapè negli anni ‘60. Come tutti sanno, sull’accaduto, la Procura di Pavia aprì una inchiesta che si concluse con un decreto di archiviazione. Una conclusione che lasciava tanti dubbi, infatti gran parte dell’opinione pubblica non era affatto convinta che l’aereo fosse precipitato a causa di un temporale. Il prezioso reperto fu depositato in Tribunale e dopo qualche tempo l’inchiesta fu riaperta e questa volta, anche se rimasti ignoti gli autori del reato, il Pm dr. Vincenzo Calia, dopo innumerevoli accertamenti e perizie, concluse che l’aereo era stato oggetto di un attentato. Una conclusione, che sia dal lato processuale che dal lato storico, rappresenta un grande risultato, infatti è uno dei pochi misteri svelati (seppure parzialmente) su fatti oscuri della storia d’Italia. Il merito del dr. Morini in questa vicenda, secondo me, è di primaria importanza in quanto, grazie alla sua “testardaggine” ha dato un input di notevole importanza affinchè il Caso Mattei fosse riaperto. Personalmente ringrazio il dr. Morini perché, in più circostanze, parlandomi del suo amato amico Enrico Mattei, ha sollecitato in me la volontà di approfondire e quindi conoscere di più la storia di questo grande italiano”.

A fine marzo di quest’anno è uscito il libro: “Il caso Mattei, le prove dell’omicidio del presidente dell’ENI”, edito da Chiarelettere, 354 pagg, scritto a quattro mani dalla giornalista di Euronews Sabrina Pisu e dal dottor Vincenzo Calia, già pubblico ministero di Pavia e ora sostituto procuratore generale presso la Corte di Appello di Milano. Calia ha scritto la prima parte del libro, che contiene il racconto dell’inchiesta, mentre la Pisu è autrice della seconda parte, che presenta una serie di ipotesi sui presunti mandanti dell’omicidio, basate sugli indizi emersi dalle indagini.

Secondo Calia, titolare dell’inchiesta avviata nel 1994 e conclusa nel 2003, l’aereo su cui viaggiava Mattei precipitò il 27 ottobre 1962 nella campagna pavese di Bascapè non a causa di un “tragico incidente”, ma per un vero e proprio attentato. Il Morane Saulnier 760 precipitato a Bascapè era stato sabotato la sera precedente con una piccola carica di esplosivo, mentre era parcheggiato nell’aeroporto di Fontanarossa, a Catania.

Tutti coloro che si discostarono dalla narrazione ufficiale dei fatti secondo cui la sciagura di Bascapè era da intendersi come incidente, furono neutralizzati. Alcuni ci rimisero persino la vita, probabilmente perché si erano avvicinati troppo alla verità. Che l’aereo sia precipitato a seguito di un attentato concordano, comunque, Raffaele Morini, autore del libro “Enrico Mattei, il partigiano che sfidò le sette sorelle”, Editore Mursia, 2011, pagg. 328, e Rosangela Mattei (nipote di Enrico Mattei), autrice del libro “Enrico Mattei, mio zio”, Editore Halley, 2013, pagg. 236. Morini, già insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica, è l’autore anche del libro: “Avanti! Siam Ribelli”, pagg. 270, pubblicato sempre da Mursia nel 2007.

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