I lavoratori Tamini oggi sotto il palazzo della Regione

Saranno sotto il Palazzo della Regione Lombardia i lavoratori del gruppo Tamini Trasformatori di Melegnano e Legnano per difendere l’occupazione del sito di Melegnano. Nella giornata di giovedì è stato indetto dalle sigle sindacali Uilm e Fiom uno sciopero di 4 ore con presidio a partire dalle 14,30 in via Melchiorre Gioia a Milano, sotto la sede regionale. A motivare la mobilitazione è la crescente incertezza che interessa soprattutto la sede melegnanese: nell’incontro in Assolombarda con i vertici aziendali dello scorso 9 febbraio, alla presenza delle sigle sindacali e delle Rsu, infatti, nessun passo avanti è stato compiuto e anzi è aumentata la preoccupazione. I vertici del marchio che proprio l’anno scorso ha tagliato il traguardo del secolo di attività hanno infatti confermato il ritardo di 120 giorni dei lavori di bonifica del comparto produttivo, rinviando così di fatto fino alle ferie estive la riapertura e costringendo i lavoratori che sono stati dal settembre scorso temporaneamente dislocati a Legnano, Ospitaletto e Novara a continuare a lavorare lontano da casa. Un prolungamento dei tempi su cui le sigle sindacali vogliono ottenere chiarimenti, a cui si associa la conferma del trasferimento della palazzina degli uffici, per un totale di 43 impiegati, dalla città del sud-Milanese a Legnano, nonostante non sia ancora stato presentato il piano industriale che era stato promesso, al tavolo del Ministero dello Sviluppo economico, per la fine del mese di gennaio.

«Non si può rinviare - spiega il segretario generale Uilm Milano Vittorio Sarti - secondo quanto ci è stato riferito, un aspetto prioritario come il piano industriale al mese di marzo o addirittura di aprile e poi confermare invece lo spostamento degli uffici di Melegnano: come si può non avere prospettive certe sull’andamento e sul futuro di Tamini e dall’altra parte, invece, mettere in atto il trasloco per gli impiegati, facendolo passare come un passaggio fondamentale? Al tavolo in Assolombarda abbiamo richiesto la sospensione del trasferimento perlomeno fino alla presentazione del piano industriale, ma non è stato fatto nessun passo indietro adducendo come motivazione la scadenza del contratto di affitto dello stabile interessato. Giovedì, dopo essere stati nei mesi scorsi dal primo cittadino di Melegnano, saremo in presidio per portare all’attenzione anche della Regione, a cui richiediamo un incontro, le problematiche anche occupazionali che vivrà lo stabilimento a sud di Milano se si proseguirà su questa linea e per ribadire le nostre posizioni anche alla dirigenza Tamini».

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