Posta a giorni alternati, i sindaci non hanno nulla da dire?

L’azienda Poste Italiane S.p.A., gennaio 2017, informa le seguenti amministrazioni locali di: Brembio, Camairago, Caselle Landi, Castelnuovo Bocca d’Adda, Cavacurta, Corno Giovine, Corno Vecchio, Corte Palasio, Maccastorna, Meleti, Merlino, Pieve di Fissiraga, Santo Stefano Lodigiano, Senna Lodigiana, Terranova dei Passerini, Turano Lodigiano, Villanova del Sillaro, sulle «tempistiche di effettiva implementazione (e qui rimando all’Accademia della Crusca) del nuovo modello di recapito...».

A questo punto l’azienda non scrive: recapito della corrispondenza a giorni alterni.

Paura? Amnesia?

Secondo le intenzioni aziendali, la consegna della corrispondenza sarà così ripartita: nella prima settimana: lunedì, mercoledì, venerdì; nella seconda settimana: martedì, giovedì.

L’Amministratore Delegato di Poste Italiane, Francesco Caio e i responsabili economici dell’azienda, unilateralmente, hanno deciso che la consegna quotidiana della corrispondenza e, di conseguenza, l’utenza non sono più da considerarsi una “ricchezza”. Gli stessi hanno ribadito che la “ricchezza” dell’azienda è data dai prodotti finanziari e dalle opportunità offerte dal mercato borsistico, che diverranno, di fatto, i nuovi “padroni”.

E l’utente postale? E il servizio universale?

Fondamentalmente non più inseriti e tanto meno necessari al nuovo corso aziendale. Questo nuovo corso è già in sperimentazione nelle provincie di Pavia, Cremona e Parma, e riguardo al suo effettivo funzionamento rimando al giudizio dell’utenza delle provincie interessate.

E gli amministratori dei comuni interessati nel nostro territorio, come si pongono di fronte a questo nuovo abbassamento della qualità dei servizi?

Cordiali saluti.

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