Villa Bianchi ospiti il Museo d’arte moderna del Lodigiano

Riapro un vecchio computer e ritrovo questa lettera inviata al nostro amato giornale.

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Lodi, 15 settembre 2001Transitando alcuni giorni or sono in Viale Milano ho visto il cartello “vendesi” sulla villetta antistante il Tribunale, che, a mio giudizio, costituisce forse il migliore esempio di architettura razionalista, esistente in Lodi.È opera, progettata credo attorno al 1934-1935 dall’Ing. Pietro Grignani, fino a qualche anno fa notissimo tecnico lodigiano, che spero non sia stato dimenticato. A lui si devono, fra l’altro, le scuole professionali presso il ponte dell’Adda (oggi media Barzaghi), la scuola media Ada Negri (in collaborazione con l’Arch. Muzio), il demolito teatro Gaffurio in Viale IV Novembre. Opere tutte, tuttavia, che a mio parere non raggiungono la chiarezza progettuale della villetta di Viale Milano, idonea a rappresentare con la massima dignità anche Lodi nel panorama dell’architettura europea fra le due guerre mondiali. Sarebbe, pertanto, una grande perdita per la storia architettonico – urbanistica di Lodi, se tale edificio venisse alterato, o peggio ancora demolito, da un suo eventuale nuovo proprietario.Ed allora ecco il mio appello-proposta: perché non acquistarlo da parte di un ente pubblico (il Comune, la Provincia?), restaurarlo fedelmente, e destinarlo a sede di un Museo d’Arte Moderna del Lodigiano, fino ad oggi inesistente, se non nei ripostigli di qualche municipio o pinacoteca? Il Museo potrebbe costituire il primo tassello per la sistemazione urbanistica di tutta la zona di Porta Milano, che la Giunta Municipale aveva annunciato voler fare oggetto di un concorso di idee, del quale, però, si sono perse le tracce.“Lodi deve volare alto e pensare in grande”, scrive il dott. De Carli su “Il Cittadino” di sabato 15 settembre; ecco, questo potrebbe essere almeno un “voletto” non insignificante.

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Sono passati undici anni.La “casa Bianchi” è ancora di attualità, soprattutto per le polemiche che sta suscitando il progetto di “recupero” (a proposito, un appunto per l’architetto progettista: la villa non è mai stata bianca, ma colorata come attualmente!!).Da allora Lodi in qualche episodio ha “volato alto” (Passeggio, Lungo Fiume); non certo adesso che si viaggia radenti il suolo.Purtroppo più alto ancora ha “volato” il dottor De Carli. Così come fra poco volerà via la provincia. Del concorso di idee su Porta Milano, la Giunta Municipale si è del tutto dimenticata, ammesso che abbia ancora un senso dopo il “pasticcio” dell’ex distributore Agip.A dispetto di tutto, ripropongo il mio appello-proposta di allora. Una unità di intenti fra pubblico e privato potrebbe tentare di attuarlo.

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