Sei partito con uno zaino in spalla e pochi vestiti

Dedicato a don Stefano Concardi diretto in Uruguay

E così sei partito. Di nuovo.

Eri già partito per la missione in Ecuador per sette anni. Era il 2003. Questa volta è l’Uruguay la terra che ti accoglie con la sua gente.

E così sei partito. Con poche cose. Coi tuoi sandali senza calze, uno zaino in spalla ed una valigia con pochi vestiti, qualche libro e tanti ricordi. Ricordi veri. Volti e storie, gioie e dolori, della gente della parrocchia di Castiraga Vidardo. Accompagnato dall’affetto certo di mamma e papà e dei tuoi cari, dal ricordo dei tanti che nelle varie parrocchie hai servito e da quello del tuo paese, Mairano. Quante storie, felici o dolose, devi aver accolto nelle comunità che ti hanno avuto come prete. Erano dispiaciuti, e molto, a Vidardo quando hanno appreso della tua disponibilità a tornare in missione, ma forse non sorpresi. Ce l’hanno confidato: “l’abbiamo capito, è il prete per i poveri, non poteva non partire”. L’avevano già inteso dal tuo stile sobrio, dal tuo sorriso semplice, dal tuo rimboccarti le maniche tra cartastraccia e erba da tagliare, dalla tua presenza in oratorio, dal tuo essere prete senza etichette, ma vero, schietto e vicino alla gente. Ma ciò non toglie che avrebbero comunque voluto che tu fossi rimasto.

E così sei partito. Non è facile vederti a Mairano, il paese che ti ha cresciuto. Le tue visite in paese, quando sei in diocesi, sono poche e fugaci: un’ora, orologio alla mano, per un pranzo con i tuoi una volta alla settimana. Di più non ti si può chiedere: devi rientrare al più presto all’oratorio, alla tua parrocchia, dalla gente. I tuoi sono ormai abituati e non ti chiedono altro tempo. Ed è per questo che è stata una gioia averti a Mairano per ben due settimane prima della partenza. È stato bello vederti passare in bicicletta per le strade del paese come facevi da piccolo. È stato bello scambiare due parole o semplicemente incrociare il tuo sguardo. È stato bello vederti ogni giorno pregare e celebrare nella nostra chiesa. Ed è stata bella la messa di saluto celebrata domenica 1 ottobre insieme a tuo fratello padre Mauro, con i tuoi genitori, i tuoi familiari, con don Franco e la comunità parrocchiale.

E così sei partito. Ci piacerebbe sapere cosa avevi in cuore la sera del 6 ottobre quando la notte ed il cielo ti hanno inghiottito staccandoti dai tuoi e dalla tua terra. Non è facile partire e ancor meno ripartire. Non è facile raccogliere e rimpacchettare di nuovo tutto. Costa lasciare chi ti vuol bene per abbracciare chi non conosci ancora, ma che sai di voler già bene. Papa Francesco chiede una Chiesa in uscita, senza recinti, semplice, senza etichette. Noi la vediamo in te.

E così sei partito. Di nuovo. E noi vogliamo dirti che ti siamo vicini, così, semplicemente.

I tuoi cari e i tuoi amici di Mairano

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Carissimo zio il mio ricordo di te è di una presenza continua,costante, silenziosa a fianco di tutti. Sempre pronto ad aiutare e a tendere la mano nel momento della necessità ma anche a regalarci la tua splendida risata nei momenti di gioia! Se rifletto e cerco nella memoria i ricordi con te sono tanti ma il più nitido è quando zaino in spalla camminavamo per i sentieri montani: tu trentenne e io adolescente. Tu passo spedito e veloce, io lento e poco sicuro ma tu eri pronto a tornare sui tuoi passi per venire a tendermi la mano ed aiutarmi a raggiungere la cima della montagna insieme a te. Ecco tu sei cosi: non lasci indietro chi ha bisogno ma ci sei! Sei sempre pronto ad aiutare con una parola un gesto e con fatti concreti! Buon compleanno zio!

Chiara

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