Nel Lodigiano le banche chiudono i rubinetti agli artigiani

Continua il calo dei finanziamenti bancari alle piccole imprese lodigiane. Lo denuncia Confartigianato Imprese della Provincia di Lodi, che ieri mattina nella propria sede del capoluogo ha presentato il Rapporto 2017 “Artigianato e piccole imprese”, realizzato dall’Ufficio studi lombardo dell’associazione.

Per una cattiva notizia ce n’è però una buona, o almeno incoraggiante, ed è la riduzione della moria delle imprese, registrata nel 2016 e che nel primo semestre 2017 è in ulteriore calo, tanto che a giugno si contano 180 nuove imprese aperte e 26 chiuse nel semestre (il saldo positivo è però ancora parziale e dunque va letto con estrema prudenza).

Giù i prestiti

Il dato più preoccupante è la stretta creditizia. Nel corso del 2016 i prestiti alle imprese lodigiane con meno di 20 addetti sono diminuiti del 5,1 per cento. Continua nello specificio il calo dei finanziamenti al settore artigiano: -5,2 per cento nel 2016.

2012/2016: 611 aziende in meno

Il “credit crunch” è solo uno degli aspetti della crisi delle Pmi in atto ormai da qualche anno. Crisi che ha ridotto il perimetro delle aziende: in cinque anni (2012-2016) il Lodigiano ha perso 611 imprese artigiane, anche se l’ultimo anno, cioè il 2016, ha visto un rallentamento del ritmo delle chiusure, -1,3 per cento rispetto al -2,1 del 2015 e addirittura al -3,9 del 2012. Dunque il quadro è in lieve miglioramento.

Le costruzioni soffrono

Il settore trainante dell’artigianato lodigiano, le costruzioni, rimane in difficoltà: nel 2016 le imprese operanti nel mattone e affini si sono contratte del 3,2 per cento. Nel 2009 le imprese artigiane attive nelle costruzioni erano 3.226, nel 2016 sono scese a 2.467: la crisi dunque ha fatto selezione. Segnali positivi invece dalle imprese attive nel servizi, che sono cresciute dell’1,3 per cento.

Giovani imprenditori

Da banche e costruzioni arrivano segnali poco confortanti e il Rapporto 2017 è purtroppo in linea con quelli degli ultimi anni. Buone notizie giungono invece dai giovani imprenditori: nel Lodigiano 12 imprese artigiane su 100 sono gestite da giovani con meno di 35 anni, il miglior piazzamento percentuale tra tutte le province lombarde. In termini assoluti, le imprese gestite da giovani sono 646, attive in maggioranza nelle costruzioni e secondariamente nei servizi alla persona.

Cala la disoccupazione

Sul fronte occupazionale la ricerca di Confartigianato indica che in provincia di Lodi ben 9.749 persone lavorano in aziende artigiane, in pratica un occupato su cinque.

Segnali positivi arrivano dal mercato del lavoro: diminuisce infatti il tasso di disoccupazione, che passa dall’8 per cento del 2015 al 7,4 per cento del 2016. Nella fase pre crisi (2007) era però fermo al 4,1 per cento. Rimangono tuttavia critiche le condizioni del mercato giovanile (25-34 anni): il tasso di disoccupazione è del 9,3 per cento, più alto rispetto alla media lombarda (8,9 per cento).

Frenano gli incentivi

L’Ufficio studi di Confartigianato segnala poi l’affievolimento degli effetti positivi innescati dalla leva degli incentivi governativi: nel 2016 si sono contate 20.871 assunzioni (avviamenti al lavoro), in calo dell’1,6 per cento rispetto al 2014 e del 12,7 per cento rispetto al 2015. L’anno d’oro degli incentivi in provincia di Lodi è stato proprio il 2015, che ha portato a un aumento significativo delle assunzioni.

Cresce l’export

Cresce l’export. Il manifatturiero lodigiano prende soprattutto la strada dell’Europa, principalmente di Spagna, Francia e Germania. Da segnalare il forte aumento delle vendite in Belgio e Polonia, sebbene in termini assoluti il valore dell’export in questi due paesi rimane decisamente lontano rispetto ai primi tre mercati di riferimento.

«Banche deludenti»

«Il Rapporto introduce elementi di preoccupazione ma anche di speranza - riflette Vittorio Boselli, segretario generale di Confartigianato Imprese della Provincia di Lodi -. Siamo preoccupati per l’andamento dell’erogazione dei prestiti alle piccole micro imprese e i dati purtroppo sono inoppugnabili. Il dato è ancora più preoccupante perché da un lato registriamo un aumento della domanda di credito da parte delle imprese e dall’altro le associazioni di categoria, tramite ConfidiSystema, hanno messo in campo un sistema di garanzia del credito che non ha eguali. Il sistema bancario locale ha offerto performance largamente deludenti e questo è un dato sul quale riflettere. Accogliamo invece come un segnale di speranza e fiducia il dato sulla dinamica delle imprese: a metà 2017 abbiamo 180 nuove aperture e 26 chiusure, inoltre nel 2016 la forbice tra il saldo lombardo e quello lodigiano si è finalmente chiusa. Sono sempre di più i giovani che scelgono la strada dell’artigianato, un elemento di cui tenere conto: chiediamo dunque al territorio di sostenere questo trend positivo».

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