Anche Soldati dice basta ai profughi

Basta profughi nel Lodigiano, fino a quando anche tutte le altre Province avranno rispettato le quote assegnate. Il presidente di palazzo San Cristoforo, Mauro Soldati, lunedì mattina ha incontrato il prefetto di Milano per far presente quale sarà d’ora in poi la linea del territorio: «Non accetteremo nuovi invii, fino a quando tutte le altre Province della Lombardia accetteranno i richiedenti asilo nella misura che è stata loro assegnata». Finora, infatti, lo hanno fatto solo Lodi, Lecco, Sondrio e Cremona.

In provincia si contano al momento 1.080 migranti, in occasione dell’ultima tornata i Comuni della Bassa hanno reagito in modo deciso. «Finora il Lodigiano ha fatto la propria parte fino in fondo - dichiara Soldati -, rispettando gli accordi stipulati a livello nazionale. Inizialmente la ripartizione prevedeva 1.006 richiedenti asilo su 180mila arrivi, poi ce n’è stata una nuova, 798 su un totale di 200mila arrivi. Noi non vogliamo essere presi in giro e chiediamo che sulla questione ci sia chiarezza: se c’è una quota di riparto e questa viene modificata, bisogna metterlo nero su bianco. Se ci sono nuovi arrivi, prima si va a vedere se tutti i territori hanno fatto la loro parte, solo in quattro province è stata raggiunta la quota assegnata, nelle grandi città come Milano, Bergamo e Brescia non è così. Questa non è una battaglia contro le altre Province, ma non pensino di scaricare sul Lodigiano le tensioni che vivono sui loro territori. La prefettura non può tirare la corda all’inverosimile».

Soldati sottolinea che la questione dei controlli è essenziale «per una corretta accoglienza». Allo stesso tempo ribadisce che i Comuni non sono più disposti a subire scelte dall’alto. Il presidente di via Fanfulla ieri si è confrontato con il prefetto di Lodi, Patrizia Palmisani, confermando la disponibilità a fare la propria parte con serietà ma senza forzature, l’esponente Pd rileva che con la prefettura del capoluogo il dialogo è sempre stato aperto.

Soldati ricorda che con l’adesione dei Comuni al progetto Sprar, a favore di un’accoglienza limitata e responsabile, scatta una clausola di salvaguardia che blocca l’invio di altri richiedenti asilo sul territorio. Caselle Landi ha aderito allo Sprar, altre 6 amministrazioni hanno fatto richiesta: «I Comuni che hanno attivato il servizio Sprar sono esenti dalla prima accoglienza - precisa Soldati -, se così non fosse ci faremo sentire, anche di fronte alla magistratura se dovesse essere necessario. Non si scherza con il nostro territorio, la cosa peggiore è tradire la fiducia degli enti locali. Vedremo se nei prossimi giorni avremo delle sorprese».

Il presidente di San Cristoforo spiega di aver ricevuto delle rassicurazioni a Milano, nel mese di agosto è previsto un aggiornamento.

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