Una quattordicesima più “ricca” per 41mila pensioni nel Lodigiano

Sono più di 41mila le pensioni che nel Lodigiano potrebbero essere interessate dalla manovra del Governo di Matteo Renzi: l’aumento della quattordicesima o la consegna, per la prima volta, dell’assegno “extra”.

Gli assegni sotto la soglia dei mille euro, infatti, nella nostra provincia, sono circa 41mila, un dato ricavato dall’Osservatorio Inps e riferito al 2016. Per i pensionati che ricevono meno di 752,84 euro al mese è previsto un aumento del 30 per cento, la loro 14esima passerà da 226 a 437 euro per chi ha fino a 15 anni di contributi, da 420 a 546 per chi ne ha fino a 25 e da 504 a 655 per chi supera i 25 anni di versamenti.

Inoltre, i redditi fino a 1003,78 euro riceveranno per la prima volta l’assegno “extra”, in questo caso vale il vecchio trattamento: 336 euro per chi ha fino a 15 anni di contribuzione, 420 euro fino a 25 anni di versamenti e 504 euro oltre la soglia dei 25 anni.

Per quanto riguarda questo aspetto della riforma, Sergio Pomari, segretario locale dello Spi Cgil, si dice soddisfatto: «Queste sono state le nostre richieste, le novità poi riguardano anche la rivalutazione delle pensioni e la cosiddetta “no tax area”, la parte di reddito su cui non si pagano le tasse: per tutti sarà equiparata a quella dei lavoratori privati, a quota 8.125 euro. C’è un impegno al confronto da parte del Governo, per noi è importante perché in questi anni sono state tolte risorse in continuazione ai pensionati. Stiamo organizzando delle assemblee unitarie sul territorio per dare tutte le informazioni utili sulla riforma». Bruno Bersani, segretario di categoria della Cisl, condivide con Pomari un giudizio positivo: «Siamo riusciti a smontare la posizione del Governo sull’aumento della 14esima, dal momento che inizialmente era previsto senza tenere conto degli anni di contribuzione. La battaglia di equità sulla “no tax area” è stata molto importante, oltre alla possibilità di ricongiungere i contributi versati presso enti diversi senza pagare somme esagerate. Inoltre c’è l’impegno ad affrontare in un altro tavolo partite rilevanti per i giovani, come la previdenza integrativa e la pensione anticipata».

Non è dello stesso avviso Gianfranco Ceccarelli, segretario dei pensionati Uil, il quale sottolinea che nonostante la sua organizzazione abbia firmato resta il “mal di pancia”: «Ci aspettavamo qualcosa in più - afferma -, per esempio la separazione tra assistenza e pensioni. Questa riforma, inoltre, non pensa al futuro delle nuove generazioni. Se vogliono eliminare del tutto le pensioni, che ce lo dicano! La gente poi è stufa, tante fabbriche hanno chiuso, gli onorevoli continuano a prendere un sacco di soldi e non si affronta il nodo dei giovani».

Nel Lodigiano ci sono più di 66mila pensioni. Gli scaglioni sono così differenziati: 4.177 assegni hanno un importo inferiore a 250 euro, 9.153 sono al di sotto dei 500 euro, 20.702 sono inferiori a 750 euro e, infine, 7.297 assegni non superano i mille euro.

È opportuno sottolineare che si tratta di pensioni e non di pensionati, poiché ci sono diverse persone che percepiscono più di una forma di previdenza.

A livello nazionale l’intera operazione relativa all’aumento o all’ampliamento della quattordicesima vale 600 milioni di euro e coinvolgerà 2 milioni e 170mila cittadini nel caso del ritocco all’insù dell’assegno, a cui si aggiungono 1 milione e 150mila persone che per la prima volta intascheranno l’assegno “extra”. Tutto il pacchetto previdenza dovrà essere finanziato con 6 miliardi in tre anni: un miliardo e mezzo è la previsione di spesa solamente per il 2017.

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