Nell’“Hotel” di Luca Carelli, un nuovo disco a tutto rock’n roll

Cento per cento rock’n roll. Con assoli scatenati in sella a una chitarra (più di una, in realtà). Basterebbe questo per descrivere il nuovo cd di Luca Carelli, che non a caso s’intitola Rock’n roll Hotel. Undici canzoni da cantare (e, all’occorrenza, ballare) con il vento in faccia su di una decapottabile, a spasso per le lunghe strade deserte degli States. E in effetti, l’atmosfera del disco è proprio di quelle “a stelle e strisce”, un balzo indietro fino agli anni Cinquanta per poi arrivare a suon di “schitarrate” ai nostri giorni e rimandi all’hard rock.

Il musicista lodigiano, residente a Castelletto Ticino (in provincia di Novara), ha composto tutti i brani in lingua italiana, con l’insostituibile partecipazione dell’amico Marco Alberti al sax che ha impreziosito diversi pezzi con la sua bravura. Il cd, molto orecchiabile, è stato registrato e mixato presso il Calu records studio di Castelletto Ticino ed è stato completamente autoprodotto: si tratta del settimo lavoro di Luca Carelli, che a breve potrà essere scaricato sulle piattaforme on line. Alla sua realizzazione ha collaborato Luciano Favarin per il testo di Baby baby rock’n roll, mentre per la grafica e la copertina è entrato in gioco Robyflash, al secolo Roberto Carelli, il fotografo lodigiano conosciutissimo anche per la sua passione per l’hockey su pista, e padre dell’artista.

Luca Carelli entra in scena con una mandria di chitarre e apre le porte a un saloon affollato dove ci si vuole divertire. Tra le canzoni che fanno parte di Rock’n roll Hotel c’è Marziano, un brano di facile ascolto in cui il musicista incontra nello spazio Jeeg robot d’acciaio e insieme all’equipaggio mette insieme una band stellare. Route 66 - il cui titolo (dylaniano) la dice lunga sull’album - è il classico rockabilly che racconta di un viaggio solo sognato con la fidata “Chopper”, una delle passioni di Carelli, naturalmente sulla strada più famosa d’America.

Figlio del rock è invece una canzone autobiografica («Sentirsi rock, senza compromessi, suonare e fare sempre quello che mi va»), con alcuni riferimenti negativi nei confronti di coloro che vivono di “marchette”(ovvero le tribute band). Baby Baby rock’ n roll è il classico “pupe e moto”, mentre i ritmi indiavolati si prendono una pausa solo con cara Laura, un brano dedicato alla moglie molto romantico. Chiude l’album Sciamano, una preghiera degli indiani d’America che evoca cavalcate cinematografiche nell’immensità della Monument Valley.

In queste settimane Carelli sta cercando di promuovere il suo Rock’n roll Hotel. Il chitarrista lodigiano sa bene, ormai, quanto sia difficile sfondare nel mondo dello spettacolo, soprattutto con dischi propri e senza limitarsi a cover. Quel che è certo è che continuerà a crederci fino alla fine, questo album ne è la prova

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