Il miracoloAtalanta raccontato da Corsi

In teoria sarebbe un “instant book”, quelle operazioni di marketing che sfruttano temi di grande risonanza e attualità per dare alla luce libretti rapidi sperando nelle vendite. Ma in realtà La dea della giovinezza. Atalanta, un vivaio di uomini e campioni si legge come un romanzo: è un libro che racconta con passione e competenza la storia della «fabbrica dei talenti del calcio italiano», uno dei settori giovanili più importanti a livello nazionale e non soltanto. Le pagine sono impreziosite dalle testimonianze di chi ha creato il “mito” di Zingonia, località nei pressi di Bergamo dove sorge il Centro sportivo Bortolotti, e di chi è diventato uomo e calciatore formandosi sui “banchi” di quella scuola di sport e di vita. Scirea, Donadoni, Morfeo, Locatelli, Tacchinardi, fino ai recenti Caldara, Gagliardini, Conti: impossibile elencare i nomi di tutti i campioni e campioncini che si sono forgiati nella fucina nerazzurra, “cantera” tornata prepotentemente alla ribalta dopo lo strepitoso campionato della “Gasperini band” che, proprio grazie ai suoi virgulti, ha regalato ai tifosi orobici la qualificazione in Europa League dopo un quarto di secolo di astinenza.

Autori di questa opera preziosa, ottimo esempio di letteratura sportiva, sono due atalantini doc che fanno parte della categoria dei “tifosi sentimentali”: Stefano Serpellini, giornalista inviato de «L’Eco di Bergamo», e Stefano Corsi, insegnante di lettere bergamasco ma da anni lodigiano d’adozione che con la sua penna illuminata ha ingemmato il racconto con guizzi d’autore. Non è la prima volta che Corsi scrive della sua adorata “dea”, lui cresciuto con il mito di Glenn Peter Stromberg, capitano dell’ultima grande Atalanta europea, squadra che nel 1988 raggiunse la semifinale di Coppa delle Coppe e nel ’91 i quarti dell’allora Coppa Uefa. Ma gli eroi (tutti giovani e belli, ovviamente) di un tempo hanno finalmente trovato i loro eredi, molti dei quali cresciuti con la maglia nerazzurra cucita addosso come una seconda pelle. «Nelle città del nostro pallone – scrive Luigi Garlando, giornalista della “Gazzetta dello Sport” e ottimo scrittore per ragazzi, nella prefazione -, l’Atalanta è da sempre la scuola, dove si educa e si cresce bene». Il libro di Corsi e Serpellini diventa così un viaggio «diretto al cuore dell’Atalanta – continua Garlando -, alla sua anima più autentica; è la lettura del suo dna».

Nelle 157 pagine del volume edito da Bolis compaiono i protagonisti che hanno reso il settore giovanile atalantino un unicum nel nostro calcio: il grande Mino Favini, per anni eccelso scopritore di talenti; e poi il maestro Raffaello Bonifaccio, altra figura chiave per lo “svezzamento” dei calciatori in erba, senza dimenticare un altro personaggio fondamentale come Pierluigi Pizzaballa, non solo “Gronchi rosa” delle figurine Panini. Il volume indaga poi sulle strutture societarie (Zingonia, ma anche la Casa del giovane di Bergamo che ospita i calciatori forestieri) e scava nel mondo Atalanta attraverso le parole di chi ha la “dea” tatuata sul cuore. I tecnici Cesare Prandelli e Giovanni Vavassori, poi quattro esempi di calciatori cresciuti in nerazzurro come Donadoni, Morfeo, Bellini e Caldara, difensore che legge Dostoevskij e simbolo della nuova nidiata nerazzurra che ha conquistato l’Europa.

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