Amalia Nichetti porta in cucina i “15 minuti di fama Tv”

Nuove ricette, una riorganizzazione della cucina e una rinnovata voglia di confrontarsi, sperimentare, imparare. Per Amalia Nichetti l’eredità lasciata dal programma tv Hell’s Kitchen e dall’incontro con lo chef Carlo Cracco va ben oltre l’effimera gloria televisiva, che pure fa piacere e porta sempre un po’ di pubblicità gratuita. La 43enne ristoratrice lodigiana del Gaffurio (che gestisce con il compagno Vittorio) è di nuovo in televisione in questi giorni con le puntate trasmesse “in chiaro” (il venerdì in prima serata su Canale 8 del digitale terrestre) del programma cult della cucina in televisione italiana, già andato in onda su Sky1 in autunno.

«Partecipare al programma con Carlo Cracco, vivere lontana dalla mia famiglia e dal mio ristorante, con persone sconosciute con cui sei in competizione, tutto questo mi è servito a crescere professionalmente e umanamente, e del resto era proprio quello che cercavo quando ho accettato di mettermi in gioco – racconta Amalia -. Io d’altronde ho fatto tante attività in passato, cercando spesso di allontanarmi dalla ristorazione, nella quale sono nata e cresciuta (la sua famiglia è gestore storico del Giardino di San Colombano, ndr), ma poi i fatti della vita mi riportavano sempre lì. Hell’s Kitchen in qualche modo mi ha fatto riconciliare con il mio mondo, mi ha lasciato la voglia di continuare a migliorarmi. E tutto lo staff al Gaffurio è poi cresciuto con me, questa esperienza ci ha dato nuovo entusiasmo, nuovi contatti e nuove idee». In cucina, Amalia oggi sta spingendo ancora di più sulla ricerca, sulle erbe aromatiche e le spezie, la sua grande passione, cercando di combinarle con la tradizione e il valore dei prodotti a chilometro zero. «Abbiamo fatto un accordo con il vivaio lodigiano di Fabiano Oldani e proprio in questi giorni ritirerò il mio origano cubano e alcuni fiori commestibili – spiega Amalia -. Nel nostro menù abbiamo inserito il risotto con agretti, burrata, zenzero candito e scorza di limone, e poi il risotto con ortiche e curcuma, perfetto esempio di come si possa combinare la nostra tradizione più pura con qualche sperimentazione più esotica. In generale sto lavorando sulla ricerca di prodotti sempre più di qualità e su una cucina non banale, ma che partendo dai piatti lombardi sappia scoprire anche sapori del mondo».

Una cucina glocal, globale e locale nel neologismo mutuato dalla sociologia, proprio nel cuore di Lodi. Una cucina che si apre a diventare cultura e spettacolo, e che ha bisogno di continua formazione. «A breve sarò a Roma per un seminario con Iginio Massari, uno dei più grandi pasticceri italiani, perché credo che tutto il menù debba crescere, dall’antipasto al dolce, e in quest’ultima portata abbiamo ancora da migliorare tanto per uniformarci a un livello un po’ più ricercato – dice Amalia -. Poi quest’estate invece sarò a Palau per 15 giorni, ospite di in un resort in cui tutti i giorni terrò un’ora di show cooking, per l’organizzazione di Grandi Viaggi. Mi hanno contattato subito dopo la trasmissione, e l’idea di rimettermi alla prova mi è piaciuta».

Alla fine saranno anche solo 15 minuti di fama, ma il lascito di Hell’s Kitchen sembra molto più duraturo e profondo rispetto alle 10 puntate della trasmissione

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